Roma, 10 giugno 2024 – Oltre 2,4 milioni di preferenze per Giorgia Meloni, più di 208 mila per Elly Schlein mentre Roberto Vannacci supera i 532 mila voti e Antonio Tajani ottiene più di 395 mila preferenze. Sono questi i risultati dei voti di preferenza alle elezioni europee. Sempre nel Partito Democratico, Stefano Bonaccini, in lista nella circoscrizione nord-orientale, supera le 387 mila preferenze. Al Sud il più votato nella lista del Pd è Antonio Decaro (oltre 497 mila preferenze) mentre al secondo posto si posiziona Lucia Annunziata (circa 242 mila).
Decaro e gli altri Pd
Bene Dario Nardella (97mila voti nella circoscrizione Italia centrale), Matteo Ricci e Nicola Zingaretti. Più indietro l’ex direttore di Avvenire, Marco Tarquinio che con 27mila preferenze rischia di non entrare. Nella circoscrizione Sud Decaro prende il doppio delle preferenze conquistate nella stessa lista da Lucia Annunziata (237mila). Cecilia Strada guida nel nordovest con 257mila preferenze, bene anche l'ex sindaco di Bergamo Giorgio Gori (198mila). Stefano Bonaccini è primo nel nordest.
Exploit Vannacci
Il generale Roberto Vannacci vince la sfida delle preferenze nella Lega con oltre mezzo milione di preferenze (180mila preferenze al Nord Ovest, 138mila a Nord Est, 94mila al Centro, 71mila al Sud e circa 35mila nelle isole). Nella sola Lombardia ha preso più di 110mila voti. Si tratta di più del doppio di quelli ottenuti dalla capolista Silvia Sardone.
Salis fa il pieno
In Forza Italia Antonio Tajani è primo nelle 4 circoscrizioni dove si è presentato, nelle isole primeggia Caterina Chinnici. Nel M5s Carolina Morace è prima al centro, Tridico guida al sud con 117.507 voti. Ilaria Salis fa il pieno di voti per Alleanza Verdi e Sinistra, 115mila nella circoscrizione Nordovst e 50mila nella Isole quasi 50mia. Bene Mimmo Lucano nel sud (76mila preferenze) e nel nordest (42mila).
Beffa Renzi
Matteo Renzi è il più votato di Stati Uniti d’Europa (circa 200mila preferenze) ma la lista è rimasta sotto alla soglia di sbarramento del 4% e dunque il leader di Italia Viva è fuori dal Parlamento europeo.
Sono oltre 81.847 le preferenze ottenute complessivamente da Carlo Calenda alle europee in base ai dati di Eligendo quando è in corso lo spoglio. Il leader di Azione nel 2019 era candidato come capolista del Pd e ottenne 279.783 mila preferenze. Ma anche Calenda è escluso dal Parlamento europeo.
Esclusi anche 'Pace terra dignità' di Michele Santoro (160mila preferenze), 'Libertà-Sud chiama Nord' di Cateno De Luca e Castelli, 'Alternativa popolare' di Bandecchi e 'Democrazia Sovrana popolare' di Rizzo.
Focus: preferenze in Lombardia / Umbria / Toscana
Pittella mister preferenze di Azione in Basilicata
Nessuno candidato lucano andrà a Strasburgo ma dalla Basilicata arriva uno dei migliori risultati per Azione: Marcello Pittella, già presidente di Regione dem, ha ottenuto 16.204 voti, il 9,2% delle preferenze regionali e 32.929 voti della circoscrizione Italia meridionale. Per il fondatore del partito Carlo Calenda in Basilicata i voti sono stati 523, nella circoscrizione meridionale 13.811.
Moratti a Bruxelles
"Estrema soddisfazione per un risultato elettorale oltre le aspettative, sia per il partito sia personali, e un grande ringraziamento a tutti gli elettori che mi hanno votata". Così Letizia Moratti, neoeletta di Forza Italia-Ppe al Parlamento Europeo con circa 42mila
preferenze, candidato più votato in tutte le regioni del Nord dopo il capolista Tajani.
L’analisi delle preferenze e del voto
Le preferenze ottenute dai candidati dei diversi partiti offrono come non mai una interessante analisi del voto complessivo, a partire dalle 2,4 milioni ottenute dalla premier Meloni nelle cinque circoscrizioni in cui ha corso o alle oltre 500mila incassate dal generale Vannacci in cinque circoscrizioni e al mezzo milione ottenute nella sola circoscrizione Sud di Antonio Decaro.
Se si osserva il divario in ogni circoscrizione tra le preferenze di Giorgia Meloni e quelle degli altri candidati di Fdi, si vede che è enorme. Ad esempio nel Nord-Ovest la premier ha ottenuto 623.684 suffragi e il secondo, Carlo Fidanza, 50.751, e a seguire gli altri. Un segnale che tutti i candidati hanno fatto una campagna per portare la seconda preferenza alla loro leader, indice di un partito compatto come una falange. I 2,4 milioni di Meloni la collocano all'altezza degli score di Berlusconi, quando Fi superava il 30%. Diversa la situazione nel Pd, dove le preferenze hanno svolto la funzione di "congresso” interno, in cui i candidati riformisti dell'area Guerini hanno surclassato quelli dell'area della segreteria.
Clamorose le preferenze di Decaro al Sud, numeri che ricordano Emilio Colombo dei tempi d'oro, e che sono oltre il doppio di quelli di Lucia Annunziata, la capolista scelta da Schlein. Terzo Lello Topo, legatissimo al governatore Vincenzo De Luca e sopra, insieme a Pina Picierno, a Ruotolo, membro della segreteria. Ma in tutte le circoscrizioni i candidati riformisti sono andati meglio dei candidati della segreteria a partire da Stefano Bonaccini (389.284), Giorgio Gori (210mila), Dario Nardella (100mila), Matteo Ricci (84mila), fino Peppino Lupo nelle Isole, secondo dietro la capolista Schlein e davanti ai candidati "ufficiali”.
Le 532.368 preferenze incassate di Roberto Vannacci nelle cinque circoscrizioni danno ragione a Matteo Salvini. Per esempio nel Nord Ovest, i 186.637 suffragi del generale sono oltre il doppio di quelli della capolista Silvia Sardone (75 mila), europarlamentare uscente e grande raccoglitrice di preferenze. Considerando che rispetto alle politiche la Lega è scesa nella stessa circoscrizione da 995 mila voti a 802 mila, si può presumere che il calo sarebbe stato maggiore senza il contributo di Vannacci.
Tra i grandi sconfitti un focus va sulle preferenze di Matteo Renzi ed Emma Bonino nella lista Stati Uniti d'Europa, con il primo che batte la seconda nelle due circoscrizioni in cui erano entrambi candidati: nel Nord Ovest Renzi è a quota 64.977 e Bonino a 45.353, mentre al Centro il primo arriva a 54.096 preferenze e la seconda si ferma a 21.757; il che consente a Carlo Calenda di affermare che l'alleanza con Iv ha spinto gli elettori di +Europa a non confermare il loro voto, dirottandolo magari su Avs.
Il sito ‘Eligendo’ del ministero dell’Interno riporta i voti ricevuti da ciascun candidato. Cliccando qui, sulla circoscrizione e poi sul partito d’interesse, sono visualizzabili le preferenze esatte (i partiti che non raggiungono il 4% non eleggono candidati al Parlamento Ue).