Roma - Pluricandidature e ripescaggi complicano la composizione del nuovo Parlamento. A 12 giorni dalle elezioni, e a meno di una settimana dalla prima seduta a Montecitorio, mancano ancora 13 seggi da assegnare: 5 alla Camera e 8 al Senato.
L’effetto combinato del taglio dei parlamentari con la possibilità di candidare la stessa persona in più collegi, sta infatti creando non pochi grattacapi all’ufficio elettorale. La non elezione-poi elezione di Umberto Bossi è stato il caso più eclatante, che tuttavia si è risolto nel giro di 24 ore. Altri tredici candidati sono invece col fiato sospeso da oltre una settimana.
La situazione risulta particolarmente complicata a Napoli, dove il M5s col 41,4% ha fatto incetta dei 7 collegi dell’uninominale alla Camera, aggiudicandosene altri 6 al proporzionale. Collegi plurinominali dove figurano candidati – tra cui lo stesso Giuseppe Conte - eletti anche in altre circoscrizioni. Il listino risulta così ‘troppo corto’, al punto che per trovare un candidato pentestellato eleggibile, bisogna andare a pescare in altre circoscrizioni, in quelle in cui “la lista abbia la maggiore parte decimale del quoziente non utilizzata”.
Al Senato analoga situazione, con la ‘aggravante’ che l’elezione per Palazzo Madama è su base regionale, dunque i candidati vanno cercati fuori dalla Campania. In pratica, il risultato del M5S in Campania determinerà elezioni in altre regioni, secondo un complesso sistema che prevede ora il riconteggio di 21 sezioni elettorali. Da questa ennesima conta, usciranno finalmente gli ultimi 13 nomi che andranno a comporre il Parlamento della XXIX Legislatura.