Roma, 11 ottobre 2022 - Punta a un governo "autorevole e di altissimo livello, che parta dalle competenze" e, a parte questo, considera che "non ci sia spazio per questioni secondarie rispetto a questo obiettivo". Ma il problema è che ancora la quadra con gli alleati Giorgia Meloni non l’ha ancora trovata. Tanto che oggi o domani – ci sarà un nuovo vertice del centrodestra per cercare di stemperare – tanto per fare un esempio – l’ira di Berlusconi per il no che circonda le sue aspettative per Licia Ronzulli (che ad Arcore vorrebbero alla Salute o in sub ordine all’Istruzione) e superare il nodo Viminale, ancora reclamato dalla Lega e che invece si vorrebbe affidare ad un tecnico, ovvero al prefetto di Roma, Matteo Piantedosi.
Una quadra che passerà senz’altro per le presidenze delle Camere, con il Senato conteso tra Ignazio La Russa e Roberto Calderoli e quella della Camera, dove la Lega vorrebbe il giovane Riccardo Molinari (ma in lizza c’è anche Giorgetti sempre che non vada all’Economia), problemi di scacchiera non secondari che tuttavia non hanno guastato il clima di festa che si respirava ieri alla Camera, nel “primo giorno di scuola“ della nuova legislatura. Festa grande, soprattutto per Fratelli d’Italia, il gruppo più numeroso, accolto dalla stessa Meloni con un forte discorso oltre a un regalo (cravatta per gli uomini, foulard per le donne). "Abbiamo rotto tutti gli schemi, creando diversi cortocircuiti nella sinistra e nel mainstream – ha detto la premier in pectore –. Siamo consapevoli del risultato che abbiamo ottenuto, abbiamo portato per la prima volta la destra italiana ad avere la leadership della coalizione di fronte a una sfida di governo. È una sfida di cui sentiamo tutta la responsabilità e a voi dico: dobbiamo puntare al massimo. E vi auguro di vivere cinque anni di orgoglio e di vittorie". "Lavoreremo – ha concluso – per procedere spediti partendo dalle urgenze dell’Italia, come il caro bollette, l’approvvigionamento energetico e la legge di bilancio; non vogliamo perdere tempo".
Meloni vorrebbe presentare già una squadra di ministri entro il 13 ottobre, giorno in cui per la prima volta si riuniranno la Camere, ma i nodi sono ancora tanti. C’è, soprattutto, l’incognita sul ministero dell’Economia: dopo il no di Panetta si pensa a Siniscalco o a Grilli. "L’accordo deve essere complessivo – osservava un big di FdI – non ci sono prove di forza in corso", "ma se la presidenza del Senato dovesse toccare a FdI – ribatteva un alto esponente leghisti – allora cambierebbero gli equilibri anche nell’esecutivo: al partito della Meloni non può toccare sia palazzo Chigi, che la seconda carica dello Stato".
Intanto, come si diceva, ieri è stato il primo giorno di scuola per i deputati, tutti emozionati all’ingresso a Montecitorio: questa legislatura si apre con molte incognite, figlie innanzitutto del taglio dei parlamentari, con ripercussioni inevitabili sui lavori dell’Aula e delle Commissioni. Oltre ai nuovi meloniani, ecco anche i grillini “nuovi“ e “vecchi“ – ed esponenti di lungo corso come il ministro Andrea Orlando, il sottosegretario Giorgio Mulè, il calendiano Matteo Richetti nonché la dem Michela Di Biasi. Elegantissima, nel suo tailleur nero, tacchi a riporto e perle ai lobi. D’altronde tutti sono arrivati a Montecitorio vestiti di tutto punto: completi eleganti per gli onorevoli, tailleur (molti colorati, dal blu al fucsia al verde bosco) per le donne. Unico elemento di “rottura“, le sneakers ai piedi, calzate indifferentemente da deputati e deputate, in linea con i tempi. Tra i volti noti anche quello di Rita Dalla Chiesa, voluta da Berlusconi in persona, che ha puntato tantissimo sulla sua candidatura.