Roma, 2 novembre 2022 - "Ho letto diverse dichiarazioni in merito alle misure prese in Consiglio dei Ministri sui cosiddetti rave party abusivi. Innanzitutto vorrei dire che è una norma che rivendico e di cui vado fiera perché l’Italia - dopo anni di governi che hanno chinato la testa di fronte all’illegalità - non sarà più maglia nera in tema di sicurezza". Replicando alle critiche di opposizione e giuristi, Giorgia Meloni rivendica il decreto appena varato dal suo governo e lo fa attraverso un post su Facebook nel giorno del giuramento dei sottosegretari. "È giusto perseguire coloro che partecipano ai rave illegali nei quali vengono occupate abusivamente aree private o pubbliche, senza rispettare nessuna norma di sicurezza e, per di più, favorendo spaccio e uso di droghe. Le strumentalizzazioni sul diritto a manifestare lasciano il tempo che trovano ma vorrei rassicurare tutti i cittadini, qualora ce ne fosse bisogno, che non negheremo a nessuno di esprimere il dissenso".
Col decreto Rave centri sociali a rischio: arrivano i correttivi
Per il deputato Federico Mollicone (Fratelli d'Italia), il campo di applicazione del provvedimento si allarga "giustamente ai palazzi occupati pubblici o privati come accade a Roma, Capitale d'Italia del Sindaco Gualtieri, penso al centro storico, all'Esquilino, dove c'è lo Spin Lab, dove facevano le feste di Capodanno a pagamento, per lucro, senza misure di sicurezza, tre piani sotto terra", dice in collegamento con l'Aria che Tira su la7.
Forza Italia: correggere la norma in Aula
Sul decreto però la maggioranza non è compatta. "I gruppi di Forza Italia a Camera e Senato presenteranno emendamenti per correggere la norma", fa sapere il vice presidente della Camera Giorgio Mulé, che ha parlato nel podcast Metropolis. Ed è in particolare a palazzo Madama, dove i numeri della maggioranza sono più ballerini, che Forza Italia punta a far sentire la propria voce. Già il sottosegretario forzista alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, spiegava che "il Parlamento potrà e forse dovrà in qualche maniera intervenire nella discussione sulla conversione del decreto legge. Bisogna evitare assolutamente una norma che possa, anche intuitivamente, essere applicata alla legittima manifestazione di un dissenso".
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Nordio: "Non incide su libera espressione"
La possibilità di correggere il decreto in Aula è ventilata anche dallo stesso il ministro della Giustizia Carlo Nordio, chiamato in causa dalle opposizioni: "La norma - spiega Nordio - tutela i beni giuridici dell'incolumità e della salute pubblica, nel momento in cui questi beni sono esposti ad un pericolo. Essa non incide, né potrebbe incidere minimamente sui sacrosanti diritti della libera espressione del pensiero e della libera riunione, quale che sia il numero dei partecipanti. La sua formulazione complessa è sottoposta al vaglio del Parlamento, al quale è devoluta la funzione di approvarla o modificarla secondo le sue intenzioni sovrane".
Gli attacchi delle opposizioni
"I rave non c'entrano nulla con una norma simile - scriveva ieri sera sui social il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta -.È la libertà dei cittadini che così viene messa in discussione". Di "Stato di polizia" parla anche il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che dedica alla norma un lungo post su Facebook. "Il modo con cui si è intervenuti è raccapricciante - afferma l'ex premier -. Viene punito, sino a 6 anni, chi promuove, ma anche chi partecipa" al raduno.
"La norma, per come è scritta, potrà essere applicata anche ai picchetti degli operai fuori dalle fabbriche, alle occupazioni scolastiche e universitarie da parte degli studenti e potenzialmente a qualsiasi forma di manifestazione - fa notare oggi Stefania Ascari, deputata M5s -. I rave party sono un pretesto".
"Non c'è un solo giurista in Italia che sia favorevole al provvedimento; il nuovo reato può colpire chiunque organizza manifestazioni e proteste e la materia penale non si regola per decreto" twitta Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico. Critiche anche da Andrea Martella, senatore e segretario regionale veneto del Pd: ''Il caso di Modena è stato gestito brillantemente dai funzionari dello Stato e attraverso la normativa vigente. Non si capisce dunque quali emergenze abbiano motivato questo decreto che peraltro può prestarsi ad interpretazioni arbitrarie".