Roma, 30 luglio 2022 - Licia Ronzulli non ha dubbi: la battaglia politica per il 25 settembre non ammette paure o cambi di casacca. E lei, da sempre una delle colonne di Forza Italia, già europarlamentare, non ammette defezioni. Rimane azzurra. Vediamo di capire con lei che cosa di muove nel centrodestra.
Chi se ne va, tradisce? Oppure ci sono motivi oggettivi? "Chi se ne va tradisce il mandato dei cittadini, rinnega il partito con cui è stato eletto e ne offende la storia e le battaglie. La coerenza avrebbe voluto almeno le dimissioni di chi occupa posti per nome e per conto del partito che ha lasciato. Questo cambio di casacca è un compromesso al ribasso per interessi specifici e personali, legati al potere non al Paese, alla poltrona non ai valori. Il campo aperto di Letta nasce con un peccato originale: unire Calenda con Fratoianni, Speranza con Di Maio, gli ex FI con Bonino e Bersani è un esercizio tecnico per ottenere qualche seggio in più, non un’alleanza su programmi e idee condivise".
In molti dicono che FI “implode”. Vero? Falso? "Nulla di più lontano dalla realtà, parliamo di 7 parlamentari su 131 che per costruire una falsa narrazione esclusivamente mediatica sono andati via scientemente uno per volta. Almeno Di Maio ha messo insieme 70 tra deputati e senatori. I 3 ministri di FI, invece, solo una minoranza oggettivamente sparuta. Di implosione parla solo chi spera che questo accada. FI non solo è forte, è attrattiva, perno intorno al quale ruota il centrodestra nella sua componente europeista, cristiana, liberale, atlantista e garantista. Le imitazioni non hanno mai avuto fortuna, men che meno se guardano a sinistra".
Tutti danno per certa la vittoria del centrodestra... "Siamo la prima scelta degli italiani già da tempo, ma non dobbiamo dare nulla per scontato. Abbiamo dalla nostra la forza dell’unità di una coalizione che ha visione e prospettive comuni. È un valore aggiunto, gli elettori premieranno questa coesione perché sanno che darà forza e stabilità al prossimo governo".
Questione premiership. A chi andrà quella del centrodestra? A chi piglia più voti? "L’accordo tra i leader di centrodestra esprime chiaramente questa scelta".
Centrodestra con che ruolo in Europa? "FI fa parte del primo partito dell’Europarlamento, il Ppe, è baluardo dei valori europei. Il centrodestra, che non ha bisogno di essere accreditato in Ue, svolgerà un ruolo centrale nella politica estera e comunitaria, perché le sfide che abbiamo davanti non riguardano solo i nostri confini (mi riferisco alle risorse del Pnrr che vanno spese bene), ma anche un conflitto che richiede la massima serietà e autorevolezza da parte di una coalizione che è la più accreditata, potendo vantare dell’esperienza indiscutibile in campo internazionale del presidente Berlusconi, ad essere guida e punto di riferimento in Europa".
Le presunte ‘relazioni pericol ose’ della Lega: propaganda, trabocchetto o che altro? "È la solita campagna d’odio della sinistra, quella che scatenano sempre quando sanno di perdere, la consueta strategia di chi, privo di qualsiasi proposta, non ha altra strada se non quella di avvelenare i pozzi. Il sottosegretario Gabrielli ha chiarito inequivocabilmente che alla nostra intelligence non risulta nulla di quanto paventato dalla sinistra e da certa stampa".
Il rischio per Gelmini e Carfagna è di correre con il Pd… Umanamente che cosa ha provato quando hanno lasciato il partito? "È più di un rischio, è una probabilità decisamente concreta che proprio non riesco a comprendere. Forza Italia ha sempre lottato per contenere la sinistra, i cui valori sono incompatibili con i nostri. L’addio della Gelmini era nell’aria da mesi, non ci stupisce, ha sempre tentato capovolte utili esclusivamente ad atterrare sulla poltrona più comoda. Per Mara invece ho provato rammarico, stava facendo bene come ministro. Ciò posto, nessuno può calpestare così 30 anni di storia, di appartenenza, di incarichi di prestigio ricoperti grazie alla generosità del presidente Berlusconi. Ma la riconoscenza non è di tutti".
Ha pensato alle battaglie fatte assieme o agli scontri politici? "Proprio alla luce di queste battaglie fatte nel nome di un approccio liberale, garantista, che combatte l’oppressione fiscale, che pone al centro le imprese, i giovani, la famiglia, non mi capacito di come si possano sostenere dall’oggi al domani istanze che vanno nella direzione opposta. Penso alle droghe libere, all’utero in affitto, al reddito di cittadinanza. Come si può ammainare la bandiera liberale e innalzare quella statalista e giustizialista che abbiamo combattuto in questi anni".
In che misura si può parlare di scontro elettorale bipolare? C’è spazio per una ‘terza via’? "La polarizzazione delle forze in campo, con rare eccezioni come quella dei 5 Stelle, orfani di una ‘famiglia politica’ allargata a chiunque, ma non a loro, non favorirebbe nessuno di quanti si dovessero porre fuori dallo schema centrodestra-sinistra".
Lei si candida? "Vorrei continuare in piena coerenza il percorso svolto in tutti questi anni, dal quale non ho mai neanche sognato di allontanarmi".