Sabato 21 Dicembre 2024
CLAUDIA MARIN
Elezioni

Elezioni, Letta a caccia dei giovani: ecco come il Pd vuole convincere gli under 25

Il programma del Pd per assicurarsi il voto dei ragazzi sotto i 25 anni. Dalla dote di 10mila euro ai 18enni al voto ai fuorisede. Ecco i capisaldi del programma young dei Dem

Il segretario Pd Enrico Letta (ANSA)

Enrico Letta ha puntato molte carte sul voto dei giovani. E la leva che sta usando per intercettarli è quella della lotta alla precarietà, agli stage non pagati, ai bassi salari. Con un avviso delle ultime ore che punta a rafforzare il messaggio e a segnare un punto di svolta anche «politico» rispetto a Matteo Renzi e Carlo Calenda. "Il programma del @pdnetwork – scrive su Twitter e sugli altri canali social – supera finalmente il #JobsAc, sul modello di quanto fatto in Spagna contro il #lavoropovero e precario. Il Blairismo è archiviato. In tutta Europa sono rimasti solo Renzi e Calenda ad agitarlo come un feticcio ideologico". 

Il programma del Nazareno per i giovani, dunque, almeno sulla carta è corposo e, non a caso, è stato lo stesso segretario a volerlo presentare a inizio campagna elettorale circondato dai giovani candidati del partito. In primo piano, come anticipato, c’è il lavoro con un ventaglio di misure specifiche. Tra le priorità indicate l’introduzione del salario minimo nella versione del Ministro Andrea Orlando, che fa riferimento ai trattamenti retributivi «migliori» dei contratti collettivi firmati dai sindacati più rappresentativi, con la drastica riduzione degli accordi cosiddetti "pirata". In secondo luogo si intende proseguire sulla strada della cancellazione dei contributi per l'assunzione dei giovani fino ai 35 anni, ma a favore delle assunzioni a tempo indeterminato e con una stretta sui contratti a termine, secondo le nuove regole stringenti previste dalla recente legge spagnola. 

Altro capitolo di rilievo è l’eliminazione dei tirocini «come strumento di precariato e di dumping contrattuale, distinguendo i tirocini dai contratti». E, dunque, abolizione degli stage extra curriculari, conferma di quelli curriculari solo retribuiti e potenziamento dell’apprendistato.

Il piano giovani, nella versione di Letta, contempla altre soluzioni significative: il via libera a una dote di 10mila euro per i diciottenni, il diritto di voto a fuori sede e ai sedicenni, le pensioni di garanzia per carriere precarie. E poi altri 2000 euro di contributo per gli affitti di studenti e lavoratori under 35 e potenziamento del fondo di garanzia sui mutui per la prima casa.

La «dote» di 10mila euro, nello specifico, è destinata ai diciottenni con redditi medio bassi, e attribuita sulla base dell’Isee familiare. Sulla copertura di questa misura, Letta, però, ha più volte indicato un incremento al 20 per cento della tassa di successione per i patrimoni elevati. 

Obiettivo complessivo, riconquistare il primato del voto under 35 attraverso la centralità della questione giovanile e "fare dell’Italia un Paese per giovani". Anche al fine di fermare i "flussi" più pericolosi: non quelli di chi arriva in Italia dall’estero – puntualizza Letta - ma l’esodo dei numerosissimi giovani che si formano nel nostro Paese (a caro prezzo) e che a un certo punto decidono di andare via. Per gli stipendi da fame, per il caro affitti, per la mancanza di prospettive".