Giovedì 21 Novembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Elezioni

Terzo polo, Renzi e Calenda promessi sposi. Il leader? Spunta un ticket di donne

Trattative febbrili tra Italia Viva e Azione, si lavora a un simbolo unico con i loghi dei due partiti

Le elezioni e lo spettro dell'astensionismo

Le elezioni e lo spettro dell'astensionismo

Dice una massima latina: "Nihil difficile, volenti", nulla è arduo, volendo. Il problema è la volontà politica per la nascita del partito di centro, che in Italia Viva c’è, mentre in Azione, cioè in Calenda, meno. O meglio, c’è a certe condizioni. "Spero che il terzo polo nasca, ci sono le premesse perchè accada. Con Renzi – ha detto ieri Carlo Calenda al sito web della Stampa – ci siamo sentiti, ci parliamo, i due staff sono in contatto, stiamo discutendo. Ma l’accordo non c’è ancora, non è chiuso".

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"Stiamo parlando di cosa vogliamo fare, di come organizzare la campagna elettorale, ovviamente stiamo parlando anche di collegi – ha spiegato – . Un accordo tra di noi non è né scontato né banale. Con lui ci sono rapporti deteriorati nel tempo, ci unisce una consonanza programmatica e ci dividono alcune scelte. Una delle cose che ci siamo detti è che deve essere chiara la leadership, che comunicheremo se e quando sarà fatto l’accordo. Può essere uno di noi, ma magari il leader può essere un terzo, o, meglio, una terza".

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E infatti ieri – per risolvere l’impasse tra le due primedonne Calenda e Renzi – circolava con insistenza l’ipotesi di un “ticket“ con Mara Carfagna ed Elena Bonetti. Allo stato è una suggestione e la stessa Carfagna si è chiamata fuori: "Non sarò io la leader del Terzo polo e la guida di Azione è Carlo Calenda". Si starebbe anche lavorando a un simbolo unico, che conterrebbe la scritta "Calenda", e sotto, più piccoli, i simboli dei due partiti. Ma anche qui è tutto in divenire. "Se ci sono le condizioni il patto con Italia Viva si farà, stiamo discutendo anche se sarà una lista unica o una coalizione" ha ribadito in serata Calenda. Certo l’intesa con Italia Viva supererebbe il problema delle raccolta firme per Azione (anche se Calenda giura che "ieri il Parlamento Europeo ha mandato al Viminale la certificazione che sono stato eletto con una lista PdSiamo Europei ed Azione è la stessa associazione di Siamo Europei, quindi l’esenzione per la raccolta di firme è a norma").

La strada è tortuosa, ma la consapevolezza che vi sia una finestra di opportunità c’è in entrambi i leader. "Il terzo polo non è necessario, ma fondamentale. L’intesa si può fare, ma dopo quello che è accaduto con Letta sono cauto" ha detto ieri Calenda ai suoi. Oggi ci sarà l’incontro decisivo, che era previsto ieri e poi è slittato.

A fornire stimoli per l’accordo anche il sondaggio di QuorumYou Trend per Sky che, da soli, dà Azione al 2% e Italia Viva al 2.2%. Ad Azione non ci credono, ma certo, qualche campanello d’allarme è squillato. "La sfida – ha detto Calenda – è vincere al proporzionale al Senato, per tenere Draghi a Palazzo Chigi e sfasciare la destra. Non faremo politiche dei due forni, perchè c’è un forno sovranista che è estremamente pericoloso. Il terzo polo vuole essere il perno di un bilanciamento verso il centro, cercheremo di costruire una maggioranza larga che consenta a Draghi di rimanere perchè i prossimi anni sono talmente complicati e difficili che non si possono affrontare con maggioranze eterogenee".

"Noi – ribadisce Matteo Renzi nella E-news – ci siamo. E siamo disponibili a dare una mano perché l’obiettivo di fare il terzo polo richiede generosità e impegno. Se Calenda ci sta, noi ci siamo. Io e Carlo insieme possiamo fare il botto. Se Calenda preferisce andare da solo, non lo capisco ma lo rispetto e gli faccio i migliori auguri. Non è un problema di firme o di liste: è un problema politico". E questo è precisamente il problema.