Tenero con la premier Giorgia Meloni e con il suo Governo, almeno per ora. Duro con il governatore lombardo Attilio Fontana su trasporti pubblici, Area B e Olimpiadi 2026, in vista delle elezioni regionali di primavera. È un Giuseppe Sala in versione “Giano Bifronte’’ quello che si osserva dalle elezioni politiche del 25 settembre in poi nei confronti degli avversari di centrodestra. Il sindaco di Milano, vicino al Pd, sembra aver nettamente distinto due orizzonti, quello nazionale e quello regionale.
Partiamo dal primo. Sala vuole instaurare un rapporto di leale collaborazione con l’esecutivo guidato dalla leader di FdI perché sa che su tanti temi – dai soldi del Pnrr alle Olimpiadi 2026 fino al Fondo per il trasporto pubblico locale – le risorse del Governo potrebbero fare la differenza per i progetti legati alla crescita del capoluogo lombardo. E allora ecco che il sindaco ha già invitato la Meloni in città per un confronto sul dossier Milano e, qualche giorno prima, ha ricevuto nel suo ufficio a Palazzo Marino il senatore (non ancora presidente di Palazzo Madama) Ignazio La Russa per dialogare con lui sul progetto dei due stadi a San Siro sostenuto dall’esponente della destra sovranista. Atteggiamento soft. Fin troppo, per alcuni osservatori del centrosinistra milanese, ad esempio quando Sala è entrato in polemica con la presidente del Consiglio comunale milanese Elena Buscemi (Pd) sull’iscrizione di Vincenzo La Russa, ex parlamentare Dc e fratello di Ignazio, scomparso nel 2021, nel Famedio, il Pantheon dei grandi milanesi all’interno del cimitero Monumentale. Buscemi ha stoppato l’iscrizione facendo notare l’inopportunità politica del momento per una decisione del genere, Sala è intervenuto sostenendo invece che Vincenzo La Russa non è figura divisiva e che non aveva capito il motivo della mancata iscrizione al Famedio.
La linea morbida nei confronti del Governo e del partito di maggioranza relativa in Parlamento (FdI) si trasforma in linea dura quando il sindaco di Milano affronta i nodi politici che riguardano il confronto con la Regione a trazione Lega. Il motivo appare evidente: in primavera sono previste le elezioni regionali e Sala vuol fare la sua parte per offrire qualche chance di vittoria al centrosinistra. Si può dare anche questa lettura alla mossa del primo cittadino di opporre un secco «no» – ribadito martedì al ministro dello Sport Andrea Abodi – alla nomina della vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Letizia Moratti come amministratore delegato della Fondazione olimpica Milano-Cortina 2026. Un «no» che impedirebbe al centrodestra di risolvere la grana Moratti grazie alle Olimpiadi. La vice di Fontana, infatti, non esclude di candidarsi alle Regionali proprio contro Fontana nel caso in cui il centrodestra non punterà su di lei come frontwoman. Un bel problema (ancora da risolvere) per Lega, FdI e FI in Lombardia. E allora ecco spuntare il Sala “Giano Bifronte’’. Tenero con la Meloni, duro con Fontana.