Mercoledì 25 Dicembre 2024
LORENZO CASTELLANI
Elezioni

Governo, 3 scenari: incognita Forza Italia e soccorso centrista. Ecco cosa può accadere

I numeri al Senato dicono che l’asse cruciale è quello tra FdI e Lega Ma se dovesse esserci una scissione tra gli azzurri la maggioranza cercherebbe aiuto nelle file dei moderati

Silvio Berlusconi non intende rendere la vita semplice a Giorgia Meloni, alla quale non vuole in fondo riconoscere la leadership della coalizione. Le intemperanze di Berlusconi sono un modo per negoziare sui ministeri, ma prefigurano anche una convivenza molto difficile tra vecchia e nuova guardia. Per questo Meloni, avendo bene in mente la composizione del Parlamento, ha subito stretto un patto solido con Salvini, che ha accettato il ruolo di gregario dopo la batosta elettorale, al fine di bilanciare l’insofferenza del Cavaliere. Tutto ciò rende uno scenario sulla carta semplice, il governo della coalizione vincitrice nelle urne, più complesso.

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I numeri della maggioranza alla Camera e al Senato
I numeri della maggioranza alla Camera e al Senato

Per questi motivi nei ragionamenti non si può prescindere i numeri parlamentari. Numeri del centrodestra senza Forza Italia: Camera 197 (maggioranza assoluta 201); Senato 98 (maggioranza assoluta con Senatori a vita 104). Tradotto: senza Berlusconi il governo non parte, ma fare un altro governo, alternativo all’asse Meloni-Salvini, è oggi impossibile. Anche perché il voto per l’elezione del presidente del Senato ha mostrato i problemi anche dell’altra parte: i centristi sono pronti a dialogare con tutti, il Pd è in una precaria fase di transizione, Conte guadagna dall’opposizione.

Passiamo agli scenari. Il più semplice è il rientro della crisi, Berlusconi si piega, Mattarella aiuta Meloni a risolvere i problemi di composizione dell’esecutivo, il governo parte. Seconda ipotesi: Berlusconi si sfila dalla coalizione con tutta Forza Italia. Se Lega e Fratelli d’Italia non si piegano all’esplorazione di alternative, come un allargamento della maggioranza al terzo polo, che però presuppone togliere dal tavolo il nome di Meloni come premier e rinnegare la linea politica vincente tenuta sino ad oggi, non resterebbe che il ritorno alle urne.

Terza ipotesi, Forza Italia si spacca. L’ala governista si separa da Berlusconi, che in passato ha già subito diverse scissioni. La maggioranza esiste ma con numeri molto precari, Calenda e Renzi aspettano al varco le prime difficoltà del governo. Il gabinetto Meloni inizia, ma con poche garanzie. Al Senato ogni voto diventa una sofferenza e la leader di Fratelli d’Italia rischia di restare poco a Palazzo Chigi. Berlusconi finirebbe all’opposizione con un manipolo di fedelissimi, ma con quale guadagno?

Queste sono le ipotesi, senza sapere ancora come intenderà regolarsi il Capo dello Stato. Il momento è così difficile per il Paese che cercare precarie alternative al governo di centrodestra non sembra nell’interesse di Mattarella. Meglio la ricomposizione, con un intervento di garanzia del Presidente della Repubblica sui ministri del nuovo esecutivo. Il Quirinale, naturalmente, ha una carta finale molto potente in mano, cioè la minaccia del ritorno alle urne. Uno scenario che nessuno vuole, men che meno Forza Italia. Per questo motivo che nasca un governo di centrodestra resta ancora lo sbocco più probabile, anche se è oramai evidente che partirà in condizioni di debolezza e disunione.