Roma, 12 ottobre 2022 - Dopo la partita sulle presidenze ("Penso che non possiamo perdere tempo, la situazione dell'Italia non è facile", ha detto Giorgia Meloni arrivando nei suoi uffici), a Montecitorio e palazzo Madama si dovranno eleggere i capigruppo, per consentire l'avvio delle consultazioni al Colle per la formazione del nuovo governo. Per prassi costituzionale il Capo dello Stato dopo i presidenti emeriti consulta i presidenti dei due rami del Parlamento e, quindi, i leader di partito accompagnati appunto dai rispettivi capigruppo. Questa partita, sempre secondo il timing che si ipotizza, dovrebbe chiudersi nella giornata di lunedi, con la convocazione delle assemblee dei gruppi l'elezione dei presidenti. Ecco come si stanno muovendo i partiti. Nel Partito democratico dovrebbero essere riconfermate le due capigruppo uscenti (Debora Serracchiani e Malpezzi), come emerso nella riunione del direttivo nazionale dei giorni scorsi. Ma nulla è deciso. Così come negli altri partiti.
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Gli alleati di centrodestra attende di capire come si configurerà l'esecutivo. Forza Italia se non verrà confermato Carlo Barelli ci sono le ipotesi Alessandro Cattaneo e Giorgio Mulè mentre al Senato Maurizio Gasparri e Fabrizio Miccichè qualora Anna Maria Bernini fosse promossa ministro del nuovo governo Meloni; nella Lega si aspetta di vedere cosa succede per l'elezione della guida di Montecitorio mentre al Senato si va verso la conferma di Massimiliano Romeo. Giochi fatti invece in casa di Fratelli d'Italia dove Luca Ciriani e Francesco Lollobrigida dovrebbero restare al proprio posto, salvo sorprese
Il Movimento 5 stelle non ha ancora deciso quale sarà l'organigramma. I gruppi di Calenda e Renzi potrebbero portare alla guida Matteo Richetti alla Camera e Raffaella Paita al Senato. Solo dopo che la squadra di governo sarà delineata, quindi non prima dell'inizio del mese di novembre, si aprirà la partita sulle presidenze delle Commissioni. A Italia viva (in quel caso l'ipotesi è Maria Elena Boschi) potrebbe toccare la guida della Vigilanza Rai, nonostante le mire del Movimento 5 stelle. A quel punto a M5s potrebbe toccare la Giunta per le Autorizzazioni mentre al Pd (per ora circola il nome di Enrico Borghi) il Copasir.