Lunedì 30 Dicembre 2024
COSIMO ROSSI
Elezioni

Dopo il voto Ue alla ricerca di un leader. E tra Tajani e von der Leyen spunta l’ipotesi Mitsotakis

Il premier conservatore greco tra i papabili alla presidenza della Commissione. Ma molto dipenderà dall’esito delle elezioni in Francia, Italia e Germania

Roma, 1 giugno 2024 – Salgono le quotazioni del premier greco Kiriakos Mitsotakis per la successione a Ursula Von Der Leyen alla presidenza della Commissione europea. E scendono di riflesso quelle del ministro degli esteri e vicepresidente del Ppe Antonio Tajani. Se infatti il nome in mente a Giorgia Meloni fosse quello del leader azzurro, occorre che la premier e il suo segretario di stato si affrettino ad allinearsi all’uso delle armi concesse all’Ucraina per colpire, pur limitatamente, il territorio russo. Così come chiesto dalla Nato e condiviso ormai dalla stragrande maggioranza dei paesi dell’Unione, oltre che dalla Casa Bianca.

Il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis insieme a Giorgia Meloni
Il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis insieme a Giorgia Meloni

Il voto è alle porte. L’onda di destra sarà tanto prepotente quanto contrastata dalla terna Ppe-Pse-Liberali che governa da sempre l’Unione. Di certo c’è che "il prossimo presidente della Commissione dovrà uscire dal mazzo dei popolari", come fanno presente dal Ppe. Che non intende affatto assecondare alternative di centrodestra all’italiana vagheggiate da Meloni e Salvini. La candidatura per la presidenza della Commissione sarà avanzata dal Consiglio, cioè i 27 capi di governo, e deve avere il gradimento di almeno la metà dei Paesi che rappresentino il 65% della popolazione. A cominciare dagli 83 milioni di tedeschi e i 65 francesi del cancelliere socialista Scholz e il presidente liberale Macron.

Azzoppata dalle divisioni interne al Ppe e ancor più dal caso Pfizergate, le quotazioni di Von der Leyen sono al ribasso. Il che favorirebbe Tajani, capace di portare in dote la destra italiana e di preservare insieme il cordone sanitario rispetto a quella più nazionalista e euro-critica di Marine Le Pen e del gruppo delle Identità. Salvo che assemblea parlamentare della Nato di Sofia i 5 delegati di Fi e delle Lega (assenti quelli di FdI) son stati gli unici a votare, insieme ai lepenisti francesi e gli unghersi di Fidesz, contro l’uso delle armi per colpire la Russia. Brutto autogol.

Ecco perché si fa largo il greco Mitsotakis, lealissimo alleato Nato, agguerrito sostenitore della causa ucraina e della difesa comune Ue. Affrettato pensare che non goda del favore di Francia e Germania, dopo la crisi economica che ha posto Atene sotto l’ala protettiva di Berlino. Tanto più rispetto a una candidatura italiana, sempre guardata con sospetto. Altre ipotesi sono l’ex Presidente del Parlamento Roberta Metsola e il primo ministro croato Andrej Plenkovic.