Forlì, 10 giugno 2024 - Lo spoglio delle europee, in città, riporta numeri da vittoria del centrosinistra al primo turno. Le tre liste 'politiche' della coalizione sono infatti al 49,3%, alla quale andrebbe aggiunta la lista civica RinnoviAmo Forlì. Le amministrative, come si dice spesso, hanno una logica diversa, possono entrare in gioco altri fattori, compresi i candidati locali nonché la possibilità di fare il voto disgiunto tra l’aspirante sindaco e i partiti.
Tuttavia il candidato sindaco Graziano Rinaldini parte da una base forte del risultato cittadino del Pd (36,5%) ma anche della conferma locale dell'exploit nazionale di Alleanza Verdi Sinistra (6,1%). Il Movimento 5 Stelle è sopra (6,7%) ma è il dato più dolente della competizione. Avs potrebbe perfino crescere alle amministrative se riesce a pescare anche da Pace Terra Dignità, la lista di Michele Santoro che ha totalizzato in città il 2% (19 preferenze per l’ex preside dell’artistico ‘Canova’ Electra Stamboulis; in quel totale, verosimilmente, ci sono anche i voti di Vito Botticella, candidato a sindaco per il Partito Comunista Italiano).
Il centrodestra ha ottenuto invece un voto politico del 41,8%. Partito leader è ovviamente Fratelli d'Italia col 27,9%, seconda lista in città. Contribuiscono al risultato Forza Italia (7,9%, ma l'obiettivo dichiarato era il 10%) e Lega (6%; oltre 900, su poco più di 3mila voti, le preferenze in città per il generale Roberto Vannacci).
A proposito di europee: la coordinatrice regionale degli azzurri Rosaria Tassinari ha ottenuto 1.148 preferenze in città (quasi il triplo del vicepremier Antonio Tajani) ma ‘solo’ 5.393 totali nell’intera circoscrizione nord-est: un quinto posto che è dipeso dalla difficoltà di raccogliere voti in altre regioni. Bruno Molea, presidente nazionale di Aics, ha ottenuto 216 voti personali, terzo nella lista a livello comunale, ma ultimo nel collegio allargato con 690. Terzo forlivese in corsa era Giacomo Zattini per il Movimento 5 Stelle: 565 suffragi nel Comune, 4.444 nel nord-est, quinto dei suoi. Nessuno di loro verrà eletto a Strasburgo.
Ciò che le europee non fotografano è il dato delle liste civiche. O meglio: l'unico indizio può essere il voto ai partiti centristi: Stati Uniti d'Europa (sostenuta da Italia Viva di Matteo Renzi e +Europa di Emma Bonino, al 3,1%) e Azione di Carlo Calenda (2,7%) assommano un 5,8%. Forlì Cambia, la civica di Zattini, ottenne il 10,8% nel 2019 e ha l'obiettivo dichiarato di ottenere consensi anche da chi tradizionalmente non vota per il centrodestra. Se è vero che quei partiti appoggiano dichiaratamente Zattini (e candidano nella civica Leonardo Gallozzi, segretario locale di Italia Viva, e Sara Samorì per Azione), c'è però la 'concorrenza' di RinnoviAmo Forlì, sostenuta da alcuni iscritti che non hanno appoggiato la svolta locale a destra. Come Massimo Marchi, che è l'unico consigliere comunale uscente del partito di Matteo Renzi.
Il centrodestra deve guardarsi anche dal risultato di Maria Ileana Acqua di ContiamoCi, lista che ha espresso posizioni critiche sull'emergenza Covid-19: potrebbe rosicchiare qualcosa ai partiti di destra. Voti che, probabilmente, alle europee convergono su singoli candidati. Oppure sulla lista Libertà del leader siciliano Cateno De Luca che era appoggiata anche da alcuni movimenti anti-sistema. Se così fosse, però, sarebbe solo lo 0,7%. Poche ore e poi arriverà il verdetto.