Sabato 23 Novembre 2024
LUCA RAVAGLIA
Elezioni

Europee a Cesena, dilaga il Pd con il 40,98%. Segue Fratelli d’Italia

Tutti i dati in città: il partito di Meloni al 27,09%, Movimento 5 Stelle al 6,77% tallonato da Alleanza Verdi e Sinistra (6,08%). Le proiezioni sulle amministrative: l’ago della bilancia sarà giocato dalle liste civiche

Elezioni Europee a Cesena dilaga il Pd con il 40,98%, davanti a Fratelli d'Italia con il 27,09% (FotoRavaglia)

Elezioni Europee a Cesena dilaga il Pd con il 40,98%, davanti a Fratelli d'Italia con il 27,09% (FotoRavaglia)

Cesena, 10 giugno 2024 – E’ stata una lunga notte. Lo dimostra il fatto che l’ultimo aggiornamento sul sito del Comune di Cesena dedicato alle elezioni europee è datata 4.15 del mattino.

Mentre sulla città spuntava l’alba, anche l’orizzonte amministrativo del nostro territorio ha cominciato a delinearsi, perché se è pur vero che i voti per le elezioni europee non sono da traslare in maniera speculare sul contesto che riguarda la nomina del nuovo sindaco (in particolare il ruolo delle liste civiche è ancora tutta da valutare), la tendenza apparsa dal primo spoglio è piuttosto chiara.

L’astensionismo

Parlano i numeri relativi alle 98 sezioni scrutinate, che corrispondono alla totalità di quelle presenti a Cesena. Il primo riferimento non ha colore politico, ed è comunque una sconfitta per tutti: la percentuale dei votanti, che pure in raffronto al dato nazionale inferiore al 50% (49,69%) è ampiamente maggiore, si è fermata al 62,30%, 8 punti in meno rispetto al 70,45% delle elezioni amministrative del 20219. Il che vuol dire che per circa il 40% degli elettori, nessuna proposta è risultata convincente. E’ un problema, serio e che continua a ingigantirsi anno dopo anno.

I risultati dei partiti nazionali in città

In ogni caso la storia la scrive chi va al seggio e dunque eccoci ai dati oggettivi delle Europee e alle stime sulle amministrative.

A Cesena il Pd ha dilagato, arrivando a numeri quasi doppi rispetto a quelli nazionali: 40,98% contro il 24% collezionato dal partito di Schlein lungo lo Stivale, risultando così ampiamente il primo partito, davanti a Fratelli d’Italia che si è assestato al 27,09% (28,08% su scala nazionale), con un exploit evidente rispetto a 5 anni fa, visto che nel 2019 lo schieramento di Giorgia Meloni non entrò in consiglio comunale.

Parallelamente, hanno pagato pegno gli alleati di Governo, a partire dalla Lega, scesa al 4,97%, un soffio in più rispetto a Forza Italia che si è invece fermata al 4,93%. Tornando allo schieramento di centro sinistra, in relazione al voto delle Europee, il Movimento 5 Stelle ha ottenuto il 6,77% dei voti, tallonato da Alleanza Verdi e Sinistra (6,08%). Staccata, col 3,21% c’è invece Azione.

Dunque, è il momento della calcolatrice: sommando le principali forze del centro sinistra (e conteggiando sempre e solo i dati delle europee, visto che lo scrutinio delle amministrative inizierà alle 14 di oggi), i principali partiti che a livello cittadino sostengono la candidatura di Enzo Lattuca arriverebbero al 57,04%, un dato che garantirebbe al primo cittadino uscente un largo margine di vittoria al primo turno, con lo schieramento di centro destra che si fermerebbe invece al 36,99%. Sommando le due percentuali, si arriva al 94% dei voti, col restante 6% diviso tra le forze politiche che hanno ottenuto minori consensi.

Le liste civiche

Il quadro locale è però più complesso, ragion per cui è ancora troppo presto per parlare di certezze. L’ago della bilancia cesenate sarà infatti giocato dalle liste civiche, che da una parte sono collocate in entrambi gli schieramenti, ma che soprattutto sostengono un ulteriore candidato sindaco: al già citato Lattuca e a Marco Casali che rappresenta la coalizione di centro destra, serve infatti aggiungere, oltre a Paolo Sensini di ‘Per la Pace e il Bene Comune’, anche Marco Giangrandi, appoggiato da ‘Cesena Siamo Noi’, ‘Cambiamo’ e ‘Italia Viva – Cesena al centro’.

Ovviamente tutti questi riferimenti non erano presenti nella scheda marrone riferita alla composizione del Parlamento Europeo e dunque le variabili in gioco restano significative. Almeno fino all’inizio dello scrutinio.