Mercoledì 13 Novembre 2024
ALDO BAQUIS
Elezioni

Europee 2024, Israele guardingo. Spera nella svolta moderata

L’alto commissario uscente Borrell non piace a Tel Aviv. La preoccupazione per gli attacchi antisemiti in Europa

Manifestazione pro Palestina a Parigi nei giorni scorsi. L’attenzione di Israele si concentra sui rischi di antisemitismo

Manifestazione pro Palestina a Parigi nei giorni scorsi. L’attenzione di Israele si concentra sui rischi di antisemitismo

Roma, 10 giugno 2024 – In giornate tumultuose, dominate dalla drammatica liberazione di quattro ostaggi a Gaza e dal divorzio fra il premier Benyamin Netanyahu ed il leader centrista Benny Gantz, le elezioni europee sono passate quasi inosservate in Israele. Ma ciò non significa affatto che Israele non segua con la massima attenzione l’emergere di nuove forze politiche in Europa e di nuovi equilibri che possono influenzare il futuro dei rapporti con lo Stato ebraico. Alla fine di maggio l’episodio più significativo è stato il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di Spagna, Irlanda e Belgio: una decisione che ha indignato il governo israeliano secondo cui è giunta in un momento critico e rischia di essere letta dalla popolazione palestinese come una forma di incoraggiamento a Hamas.

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Manifestazione pro Palestina a Parigi nei giorni scorsi. L’attenzione di Israele si concentra sui rischi di antisemitismo
Manifestazione pro Palestina a Parigi nei giorni scorsi. L’attenzione di Israele si concentra sui rischi di antisemitismo

Dopo continue schermaglie con l’Alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell, ritenuto ostile alla politica di Netanyahu, Israele spera dunque che egli sia sostituito da un personaggio più incline ad ascoltare le sue ragioni. Israele ha comunque preso nota che non esiste al momento una ‘’politica estera’’ in cui la Ue si riconosca in pieno, almeno circa il conflitto israelo-palestinese. Per anni Netanyahu ha coltivato relazioni strette con il ‘gruppo Visegrad’ (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia), ritenendolo affine all’ideologia del Likud. Il governo israeliano guarda con favore alla destra moderata che secondo gli exit polls uscirebbe molto rafforzata in queste elezioni, anche in alcuni Paesi chiave.

“Se questa tendenza trovasse conferma – ha detto la settimana scorsa Aharon Leshno-Yaar, ex ambasciatore di Israele all’Ue – le elezioni attuali sarebbero un terremoto. Vedremmo allora una Ue più disposta ad ascoltare Israele". Ma una delle spine costanti nel fianco delle relazioni bilaterali è rappresentata dalla repentina crescita in Europa di accese manifestazioni antiisraeliane e di fenomeni di antisemitismo. Proprio ieri il ministro degli esteri Israele Katz ha nominato la giornalista e scrittrice italiana Fiamma Nirenstein quale sua consigliere per la lotta all’antisemitismo in Europa. Gli attacchi ad istituzioni ebraiche hanno vasta eco in Israele. Negli ultimi 50 anni la popolazione ebraica in Europa è calata del 60 per cento. Adesso deve inoltre dedicare crescenti energie per difendere le sue istituzioni. Di fronte a sentimenti di ostilità che giungono da sinistra e ad abbracci delle destre che destano talvolta disagio (perché al loro interno si scorgono anche elementi antisemiti) gli ebrei europei sono in crescente difficoltà: una situazione che allarma non poco Israele.