Giovedì 19 Dicembre 2024
ANTONIO TROISE
Elezioni

Energia nucleare: ora non è più un tabù, ma divide i partiti

Centrodestra e Terzo polo scommettono sulle nuove tecnologie. A sinistra prevale lo scetticismo, grillini sulle barricate

Una centrale nucleare

Roma, 21 agosto 2022 - È sicuramente l’energia uno dei temi principali della campagna elettorale. E delle ricette messe nero su bianco che i partiti hanno presentato negli ultimi giorni. Del resto, con le bollette del gas che continuano a lievitare, c’è poco da fare: occorre trovare fonti alternative. A cominciare dal nucleare. Nell’87, sull’onda emotiva di Chernobyl, l’Italia decise di chiudere le porte all’atomo. Ma ora il nucleare torna al centro del dibattito politico. Ecco le posizioni in campo.

CENTRODESTRA

Il centrodestra non rinuncia al ritorno in grande stile del nucleare, sia pure "pulito" e di nuova generazione. Tanto che Salvini è pronto a proporre la realizzazione a Milano della prima grande centrale nucleare innovativa. Nel programma della Lega si legge testualmente che, "in abbinamento con le rinnovabili bisogna pianificare lo sviluppo, nel medio-lungo termine, del nucleare di ultima generazione, pulito e sicuro, riconosciuto nella tassonomia europea, per perseguire gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050 e allo stesso tempo rispondere alla domanda sempre crescente di energia elettrica, garantire un sistema energetico sicuro e stabile e ridurre la dipendenza energetica dall’estero". Più in generale, nell’accordo di programma del centrodestra, si punta sulla "produzione energetica attraverso la creazione di impianti di ultima generazione senza veti e preconcetti, valutando anche il ricorso al nucleare pulito e sicuro".

CENTROSINISTRA

Se non ostili, sicuramente scettici i dirigenti del Pd sul ritorno all’atomo. Soprattutto per quanto riguarda i tempi: Per un domani senza fonti fossili già oggi gli investimenti devono, il più possibile, concentrarsi sull’energia pulita e non inseguire la discussione sulla costruzione di centrali nucleari: perché i tempi di realizzazione e le tecnologie esistenti non sono compatibili con una riduzione significativa delle emissioni entro il 2030 e non risolvono i problemi ambientali ad esse associati". Se non è una bocciatura, poco ci manca. "La transizione verde – si legge nel programma – non deve essere vissuta in chiave difensiva. È invece un’occasione per cambiare paradigma. Investire subito, da oggi, nell’energia pulita è tre volte strategico. Primo, perché contrasta il cambiamento climatico abbattendo le emissioni di CO2. Secondo, perché taglia in maniera strutturale il prezzo delle bollette per famiglie e imprese e crea nuovi posti di lavoro. Terzo, perché rafforza la nostra sicurezza nazionale, riducendo la dipendenza dall’importazione di fonti fossili dall’estero.

TERZO POLO

Decisamente a favore del ritorno all’energia nucleare è il partito di Azione, guidato da Carlo Calenda, che punta ad un mix fra atomo e energie rinnovabili. L’obiettivo è di raggiungere una potenza complessiva di 40 gigawatt di impianti nucleari, ovvero 8 nuove centrali. Stesso discorso per i temovalorizzatori per i quali il leader del partito centrista si è spinto fino a chiedere la militarizzazione delle aree in cui dovrebbero essere realizzati. La stessa misura che, del resto, venne adottata da Silvio Berlusconi per l’inceneritore di Acerra nel periodo dell’emergenza rifiuti a Napoli. Per +Europa – fresca di divorzio da Azione – lo stesso sistema dovrebbe essere adottato anche per la costruzione dei luoghi che dovranno ospitare i due rigassificatori necessari per ridurre la dipendenza dal gas russo.

MOVIMENTO 5 STELLE

La transizione ecologica è sicuramente uno dei capitoli fondamentali dei grillini. Che si sono dichiarati nettamente contrari anche al ritorno del nucleare in Italia. È da anni che il padre fondatore del partito insiste sulla conversione a idrogeno delle centrali elettriche. Del resto, durante la loro “traversata” a Palazzo Chigi, prima con la Lega, poi con il Pd e infine con Draghi, hanno dovuto digerire il Tap, la Tav e l’Ilva a Taranto. Ma ora, slegati da ogni impegno governista, nel programma del Movimento, si parla di una Società 2000 watt, vale a dire "un modello sostenibile di consumo energetico per ridurre le emissioni annue di gas serra".