Giovedì 26 Dicembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Elezioni

Emma Bonino: "Così non regaliamo voti alle destre putiniane. Noi per l’agenda Draghi"

L’esponente di +Europa difende l’accordo elettorale siglato con Azione e Pd "Impegnata in prima persona, pensare anche a Renzi sarebbe stato troppo L’attuale premier di nuovo a Palazzo Chigi? Non tiriamolo per la giacchetta"

Emma Bonino (ImagoE)

Un accordo per battere la destra e portare avanti l’agenda Draghi in modo da far crescere l’Italia con un solido ancoraggio europeo. Così Emma Bonino, senatrice di + Europa, difende l’intesa con il Pd.

Senatrice, parafrasando quanto da lei detto alla vigilia dell’accordo, fatta una doccia, raffreddato il cervello, trovata l’intesa. Ma è una intesa contro le destre o per una idea di governo?

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"Entrambe le cose. Anzitutto per non avere la responsabilità politica di regalare un solo voto alla destra putiniana e orbaniana. Sarebbe stato più conveniente per noi nell’immediato andare da soli. Ma io non potevo neanche immaginare che un solo dei miei voti potesse rafforzare la destra putiniana. Penso che l’Italia debba essere un baluardo di resistenza ai populismi e ai sovranismi, con uno sguardo che vada al di là del raccordo. In secondo luogo, ma non secondo per importanza, per portare avanti l’agenda Draghi, che per noi di Più Europa non era un programma di governo per i prossimi 5 mesi, ma per i prossimi 5 anni, in termini di crescita e progresso per il Paese, in un’ottica di maggiore indipendenza, anche energetica, dai regimi illiberali di cui siamo rimasti ostaggio".

Quale è il minimo comun denominatore tra Pd e Azione/+Europa? Quale è l’agenda?

"Quello che dicevo. L’interesse nazionale e dei cittadini, nel quadro di un solido ancoraggio all’Europa e nel rispetto degli impegni internazionali dell’Italia. E l’agenda Draghi per la realizzazione delle riforme necessarie coi fondi del PNRR, di diversificazione degli approvvigionamenti energetici, per la realizzazione del salario minimo nel quadro della direttiva UE e per una riduzione del cuneo fiscale tra le altre cose".

L’accordo dice che i collegi uninominali «verranno suddivisi tra Pd e Azione/+Europa, scomputando quelli che verranno attribuiti alle altre liste dell’alleanza elettorale». Vuol dire che potremo avere collegi uninominali con candidati, poniamo, Verdi o di Sinistra italiana? A voi sta bene un accordo con Fratoianni e Bonelli?

"Ciascuno, persino noi in Più Europa, dobbiamo spiegare alla nostra base le scelte adottate. E credo non candidare le personalità più divisive agli uninominali possa essere un buon punto di compromesso. Poi di certo l’ideale esiste sempre, ma in politica, per esperienza, mi pare difficile raggiungerlo".

Dopo il 25 settembre che succede? Se si arrivasse a un sostanziale pareggio, Draghi potrebbe tornare in campo?

"Non faccio il toto nomi. Bisognerà vedere se ci sono anzitutto le condizioni e trovo poco rispettoso tirare il Presidente Draghi per la giacca. Quando sarà il momento vedremo. Certamente è il Presidente del Consiglio più autorevole che l’Italia potesse avere in un momento di estrema difficoltà".

Dice Calenda che “le porte sono aperte a tutti“, ma Renzi sembra chiamarsi fuori. Non credo le dispiaccia. Boschi dice che tra di voi ci sono antichi dissapori..

"Senta, io non sono una persona rancorosa. Ho molti difetti, ma di sicuro non questo. Trovo che Renzi sia stato un buon presidente del consiglio, avvezzo, anche troppo ai giochi della politica e quasi mai mi sono trovata in accordo con lui. Del resto sono stata impegnata nel chiudere questo accordo per noi. Pensare anche a Renzi sarebbe stato troppo".

Il centrodestra non l’ha presa bene. Tajani attacca: “Azione getta la maschera. È la quinta colonna della sinistra“. Meloni rincara: «Finita la storiella del partito alternativo alla sinistra». Che risponde?

"Rispondo che è normale attaccare un buon accordo".