Domenica 22 Dicembre 2024
LUCA ORSI
Elezioni

Elly Schlein: "Lotta al precariato e aumento dei salari. Basta con il politichese"

"Fissiamo una paga minima. Non si parla abbastanza di clima. Servono investimenti veri su energia pulita e rinnovabile. No al nucleare: la nuova generazione di reattori non elimina le scorie"

Elly Schlein

In questi giorni frenetici di fine campagna elettorale, in cui il dibattito politico sembra spesso girare a vuoto fra sterili polemiche e baruffe personali, "provo a parlare di proposte e contenuti, di tratteggiare una visione di futuro del Paese". Futuro che per Elly Schlein – vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, in corsa per la Camera come capolista nel collegio plurinominale Emilia Romagna 2 della lista Pd - Italia democratica e progressista – "si basa su tre architravi portanti".

Quali sono?

"Lavoro, clima, contrasto alle diseguaglianze. Priorità che toccano le corde dei bisogni quotidiani delle persone".

Per il Pd è una gara in salita anche in Emilia-Romagna.

"Alle regionali di due anni e mezzo fa abbiamo ribaltato sondaggi che ci davano in svantaggio".

Il centrodestra punta a collegi un tempo inespugnabili. Teme tracolli?

"Sono abituata a fare campagna elettorale senza mai dare niente per scontato. Tutto è sempre contendibile".

In caso di vittoria del centrodestra c’è chi agita lo spettro del fascismo. Che cosa ne pensa?

"Credo debba vincere il centrosinistra. Così non dobbiamo proprio porci il dubbio".

Veniamo a uno dei temi della sua campagna elettorale: il lavoro. Proposte concrete?

"Contrasto al precariato. È la più grande minaccia al futuro del Paese, perché colpisce soprattutto donne e giovani. Poi: fissare un salario minimo e aumentare i salari".

In tema di lotta al precariato, lei cita l’esempio della Spagna. Cosa ha fatto Madrid?

"La Spagna ha dimostrato che si può fare una lotta serrata al precariato limitando l’uso dei contratti a termine e dei cosiddetti mini jobs".

L’emergenza clima è scomparsa dalle priorità della politica.

"Non se ne parla abbastanza. Eppure, la tragedia delle Marche è solo l’ultima di una serie di fenomeni che dovrebbero farci riflettere".

Quale ricetta propone?

"Servono importanti investimenti su energia pulita e rinnovabile. E si devono abbattere i tempi delle procedure autorizzative per nuovi impianti Oggi, in media, servono sei anni. Un tempo incompatibile con quanto per esempio raccomanda la Ue".

Quando parla di sviluppo delle rinnovabili, a cosa pensa?

"Penso ad esempio all’obiettivo di 85 Gigawatt di nuova potenza rinnovabile entro il 2030. Parliamo di 500mila nuovi posti di lavoro nella filiera e nell’indotto. È una richiesta delle imprese del settore elettrico di Confindustria, non solo nostra".

È d’accordo con chi invoca il ricorso al nucleare?

"No. Perché anche la cosiddetta ‘nuova generazione’ di reattori non ha risolto il tema delle scorie, che lasceremmo in eredità per generazioni. In ogni caso, il Paese si è già espresso due volte in senso contrario. E tempi e costi del nucleare sono incompatibili con l’urgenza degli interventi richiesta dall’emergenza climatica".

Come si combattono le diseguaglianze sociali?

"L’Emilia-Romagna può essere un buon esempio. Fin dagli anni 70 la nostra Regione può contare su un sistema molto solido di welfare di comunità e di prossimità. Importante è anche potenziare i servizi educativi per l’infanzia: significa non solo contrastare all’origine le povertà educative, le disuguaglianze, i rischi di dispersione scolastica; ma anche dare un aiuto concreto nella conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle famiglie".

Che cosa pensa di possibili larghe intese dopo il voto?

"Non nel mio nome. Anche Letta è stato molto chiaro".

Come Letta, invita anche lei al voto utile?

"Io dico che la nostra coalizione di centrosinistra è l’argine più alto rispetto al centrodestra".

E il Terzo polo?

"Mi pare che faccia proposte analoghe a quelle della destra".

Si parla di lei come futuro segretario nazionale del Pd.

"Durante una campagna elettorale cruciale per il futuro del Paese mi pare insensato parlare del dopo".