Roma, 3 agosto 2022 - Risiko delle alleanze in vista delle elezioni politiche del 25 settembre. Letta (Pd) e Calenda (Azione) siglano l'accordo che prevede, fra l'altro, di non candidare "personalità divisive" nei collegi uninominali offrendo il "diritto di tribuna" in Parlamento ai leader dei vari partiti che rischiano di non arrivare al 3%. Fratoianni (SI) e Bonelli (Verdi) rifiutano l'offerta e rinviano anche l'incontro con il segretario dem. "Essendo cambiate le condizioni su cui abbiamo lavorato in questi giorni, sono in corso riflessioni e valutazioni che necessitano di un tempo ulteriore", fanno sapere le due forze politiche in un comunicato congiunto, registrando "un profondo disagio nel paese e in particolare nel complesso dell'elettorato di centro-sinistra". Dalle parti dei Verdi spiegano all'Adnkronos che non c'è "nessuna rottura e nessuna porta sbattuta", ma che l'incontro è solo rinviato "perché prima dobbiamo fare un punto interno nostro", ma si sottolinea anche che l'accordo "farebbe pendere più dalla parte centrista, il baricentro della coalizione".
La spiegazione semplice della legge elettorale attuale
La spiegazione semplice della legge elettorale attuale
Intanto torna a parlare Calenda, che ribadisce: "Il mio interlocutore è Enrico Letta". "In caso di vittoria si attuerà il patto che abbiamo sottoscritto, che è la continuazione dell'agenda Draghi. Se un pezzo della maggioranza voterà contro, voterà contro - dice il leader di Azione a Sky Tg24 -. Noi abbiamo delle diversità e stiamo correndo su due fronti, per questo abbiamo scritto che il premier lo decideremo insieme. La mia speranza è che possa rimanere Draghi, ma credo che accomuni sia me che Letta. Noi siamo dei pazzi, in un momento storico così abbiamo mandato via e sfiduciato l'italiano più prestigioso".
Panico tra i piccoli alleati dem. Salveranno la poltrona?
Matteo Renzi si prepara a correre da solo, mentre Giuseppe Conte, che definisce l'asse Letta-Calenda "un'ammucchiata", parla di "parlamentarie", per scegliere i candidati 5S, da fare "subito". Di Maio incerto sul da farsi, cioè se accettare il diritto di tribuna, si confronta con i suoi. Ospite ad Agorà Estate su Rai Tre, su un possibile dialogo con Fratoianni e Bonelli, il leader del Movimento apre: "Con le persone serie, che vogliono condividere un'agenda sociale ed ecologica con noi c'è sempre la possibilità di dialogare".
C'è poi il tema Di Battista e il suo possibile rientro tra le file dei 5 Stelle. "Tutti mi chiedono di Alessandro Di Battista, è una persona seria e generosa che ha dato un grande contributo alla vittoria del M5s. Sul suo rientro ne discuteremo, ora c'e' un nuovo percorso. Ci confronteremo in modo leale", ha detto Conte.
Ed effettivamente un contatto fra Conte e Di Battista c'è stato, ieri con una telefonata. Di Battista è rientrato in Italia nelle scorse ore dopo un periodo trascorso in Russia, dove ha realizzato una serie di reportage per il Fatto quotidiano. "Sapevo che andare in Russia mi avrebbe attirato critiche e insulti indecenti - ha scritto oggi su Facebook -. Ma era ciò che volevo fare e l'ho fatto". Da quando sono state sciolte le Camere, nel Movimento c'è una parte di attivisti e parlamentari che spinge per un rientro di Di Battista, ma non manca chi ha perplessità.