Roma, 10 giugno 2024 – Il vento non ha girato, quasi due anni dopo. La maggioranza di centrodestra aumenta i consensi. Politiche 2022: sfiorato il 44% di coalizione. Europee 2024: oltre il 46%, stando ai risultati provvisori. La luna di miele con gli elettori della candidata Giorgia, e del suo governo, non è finita. "Gli italiani sono dalla nostra parte", ha esultato Meloni nella notte.
Era stata proprio la premier a trasformare queste elezioni in un referendum tra due idee di Europa e in un test per sé e i suoi alleati. Ecco perché ha senso fare questo paragone, nonostante alle europee, come è noto, ci sia il proporzionale, i principali ’azionisti’ del governo siedano in schieramenti diversi a Strasburgo (FdI in ECR, FI nel PPE, la Lega in ID) e una riproposizione di un centrodestra all’italiana su scala Ue, per ora, sia solo nei sogni di Meloni e di una Marine Le Pen al trionfo in Francia.
I Fratelli d’Italia, che sono passati dal 3,7 al 26% in meno di 10 anni (doppiando il massimo mai raggiunto da un partito della destra italiana: quel 15% di An del 1996), partivano però da un timido 6,5% alle scorse europee 2019. Da questo punto di vista il balzo in avanti c’è stato. E anche rispetto alle politiche pare esserci. FdI è dato al 28,9%. "Datemi forza", aveva chiesto la premier in uno dei suoi ultimi appelli pre elettorali. Ma è innegabile che a tenere banco per tutta la campagna elettorale sia stato soprattutto il duello per il secondo posto nella coalizione tra Forza Italia e Lega, con tanto di rispettive stoccate tra Antonio Tajani e Matteo Salvini.
Un derby tra due partiti orfani, anche se in modo diverso, della propria leadership storica. Gli azzurri, perché il "meno male che Silvio c’è" non è mai venuto meno, idealmente, nemmeno dopo la scomparsa di Berlusconi, come si è visto anche dai manifesti elettorali con Antonio&Silvio mano nella mano. Il secondo, il Carroccio, perché il fondatore Umberto Bossi ha tirato un siluro a Salvini alla vigilia delle urne, facendo sapere che lui avrebbe votato FI piuttosto che la nuova Lega del generale Vannacci e della invocata ’X’ (nel senso di Decima Mas) da apporre sulla scheda elettorale. Un po’ troppo per le camicie verdi dei tempi che furono. Fatto sta che, dopo tanto punzecchiarsi a vicenda, dalle armi da usare contro la Russia ai migranti, dall’accettazione della "sovranità europea" al ridimensionamento del superbonus, Tajani stacca Salvini. FI, data al 9,2%, è vicina al suo obiettivo del 10%. Meglio rispetto agli ultimi dati di Berlusconi (8,8 europee, 8,1% politiche). Vince la linea moderata di Tajani: "Ci davano per morti – si è inorgoglito il ministro degli Esteri – siamo vivi e vegeti".
La Lega si attesta sull’8,5%. Un altro mondo rispetto al record del 34,4% del 2019, ma in calo anche rispetto all’8,8 delle politiche. Nelle prossime ore si capirà meglio se, come sembra, sia andato a vuoto l’effetto traino – tra sovranisti e nostalgici post fascisti – del generale del ’Mondo al contrario’. Roberto Vannacci, eletto, se l’è presa così con Bossi: "Cambiare idea all’ultimo è poco leale".
Se i risultati di FI e Lega saranno questi, bisognerà capire come potrebbero cambiare alcuni equilibri dentro al governo.