Martedì 16 Luglio 2024
SIMONE ARMINIO
Destinazione Europa

Destinazione Europa, Emma Bonino: “Via il diritto di veto. È l’ultima chiamata per diventare Stati Uniti"

La leader di +Europa striglia alleati e non: basta parlare di questioni nazionali "Serve una spinta federatrice per contare"

Roma, 27 maggio 2024 – Gli Stati Uniti d’Europa nascono da una necessità, spiega Emma Bonino, storica leader radicale, già ministra e commissaria europea. Anzi, per essere più chiari: da un fastidio. "Ero stufa di sentir parlare ogni giorno solo di liti tra i partiti, sgambetti nella maggioranza e nell’opposizione. Non sentivo mai nessuno che affrontasse il problema più serio, che è l’Europa. Specie nel mondo come è adesso. Perciò ho pensato di lanciare questa idea, e vedere chi ci stava". Non per sempre. "Gli Stati Uniti d’Europa sono una lista di scopo – conferma Bonino –. Per far capire agli italiani che è il momento di mettere da parte tutto e focalizzarsi su cose importanti".

Emma Bonino
Emma Bonino

Tutti insieme "e poi ciascuno vada dove crede". Anche perché la famiglia resta litigiosa. La casa è comune, ma Calenda non c’è voluto stare per via di Renzi, e anche tra Italia Viva e +Europa, che pure si presentano insieme (lista Stati Uniti d’Europa, appunto) le distanze rimangono. Giusto ieri le ultime scintille, sul tema Von der Leyen sì, Von der Leyen no. Renzi è per il no. "Ma io direi al mio alleato di stare più calmo e aspettare l’esito delle elezioni", lo ha ammonito Bonino. Lui, l’ex premier, di fronte a lei ripone ineditamente gli artigli: "Le sono molto grato – risponde. Siamo molto diversi, io più esuberante, lei più calma, ma siamo d’accordo su molte cose che riguardano l’Europa".

Ad esempio l’idea, forte, che l’Europa di oggi non basti. E invece va federata, e subito. Su tre obiettivi, spiega Bonino: "finanze, difesa, sicurezza. Tutto il resto sarebbe sussidiarietà. Anche gli Stati Uniti, che sono una federazione di Stati, funzionano così". Ma con una differenza: "I grandi stati federali sono quelli che gestiscono il 50% del Pil dei paesi membri, noi invece all’Europa chiediamo i miracoli dando un misero 1%".

E poi bisogna contare, e prima ancora contarsi. "L’astensionismo è un fenomeno in crescita costante da tempo. Ma d’altronde abbiamo detto per anni che l’Europa è una matrigna cattiva e che se non ci fosse vivremmo meglio...". Bonino oggi vorrebbe invece soprattutto ricordare "la fatica che è costata questa Europa, fortemente voluta e perseguita, Italia in testa, nonostante le difficoltà". Il percorso, spiega, non è finito: "Occorre superare il diritto di veto, perché siamo diventati una famiglia numerosissima, e altri stati aspettano alla porta da anni. E voi avete mai visto l’unanimità in una famiglia composta da 36 membri?".

Eppure nelle scelte importanti quel meccanismo è già stato superato: "Si pensi all’euro, se avessimo cercato l’unanimità non sarebbe mai nato, e invece oggi c’è ed è una delle monete più forti del mondo". Lei, in Europa, andrà davvero? "Non ho impedimenti istituzionali, a differenza di altri – chiarisce. Ho solo il problema di non riuscire più a camminare. Ma da qui a settembre qualcosa mi inventerò". È cruciale esserci, spiega, perché: "questa legislatura è l’ultima possibile per poter fare qualcosa. Per creare finalmente gli Stati Uniti d’Europa". Lei lo sa bene, ché a Strasburgo arrivò la prima volta nel 1979. All’epoca era una radicale. "Se mi manca quel partito? Basti pensare alle tante battaglie, come il divorzio di cui cadono i 50 anni. Abbiamo incarnato lo spirito di partecipazione degli italiani. Uno spirito che oggi continua ancora, seppure con nomi diversi. Ma sarebbe bello, sì, se tornasse a chiamarsi col suo nome: radicale".