Martedì 12 Novembre 2024
SIMONE ARMINIO
Destinazione Europa

Destinazione Europa, Calenda: “Con noi in Ue solo gente competente. Io? Faccio da guida"

Il capo di Azione non andrà a Bruxelles: "Abbiamo candidati eccellenti. Destra e sinistra hanno disatteso le promesse: adesso tocca a noi"

Roma, 24 maggio 2024 – A proposito di mezzi di trasporto con cui portare avanti la campagna elettorale: Carlo Calenda, leader di Azione, si è inventato la ’Bla Bla Carl’. "Durante gli spostamenti diamo un passaggio a un elettore. Ci racconta il suo punto di vista, ci fa delle domande. È un’esperienza molto interessante".

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L’altra peculiarità di questa sua campagna elettorale, spiega Calenda, è che ogni viaggio deve necessariamente prevedere una tappa in un luogo che è simbolo d’Europa. "Come il teatro Farnese di Parma – racconta –, dove abbiamo celebrato l’Opera, che ha unificato la cultura europea, partendo dall’Italia". Ecco, questo è un punto dirimente per l’ex manager, ex ministro, ex co-fondatore del Terzo Polo insieme all’arcinemico ("ma solo politico, mai personale, s’intende") Matteo Renzi. "Tutti parlano dell’Italia in Europa – sottolinea Calenda –, quando il punto è che noi siamo l’Europa".

Carlo Calenda, 51 anni
Carlo Calenda, 51 anni

In ogni caso, si diceva, la campagna elettorale: "Abbiamo presentato la lista migliore di tutte, piena di gente competente. E se io mi sono candidato, nonostante avessi detto di non farlo, è perché tutti gli altri leader lo hanno fatto. A quel punto alle nostre liste serviva una guida politica". Ma sia ben chiaro: "Noi stiamo facendo campagna elettorale per i candidati, non certo per me". Queste elezioni sono cruciali? Ride l’ex ministro per lo Sviluppo Economico: "Lo si dice a ogni elezione, anche se poi non lo sono mai". Piuttosto: "Bisognerebbe diffondere la conoscenza sul funzionamento dell’Europa, perché purtroppo non lo si conosce e trasforma ogni voto europeo in una fiches lanciata sul rosso o sul nero, finendo per far lievitare solo l’astensionismo".

Ma a proposito di fiches, meglio puntarle sul rosso o sul nero? Per Calenda la terza via è obbligata perché entrambi gli schieramenti hanno fallito. "Da sempre – ragiona –, gli elettori di centrosinistra chiedono salari migliori, sanità pubblica e scuola, e non hanno ottenuto niente di tutto ciò. E gli elettori di centrodestra? Per loro meno tasse, più sicurezza e meno stato: non hanno ottenuto niente anche loro. Normale che ci si disaffezioni".

Una dicotomia che per il fondatore di Azione è da rifiutare a priori: "Siamo all’opposizione – ricorda Calenda –, ma nonostante ciò il nostro approccio è sempre stato nel merito: se c’è un provvedimento giusto lo votiamo, perché ogni legge riguarda la vita di milioni di persone". Meglio loro o i Cinquestelle? "Noi siamo antifascisti per definizione, perciò da Giorgia Meloni e dal suo partito siamo distantissimi. Ma rifiutiamo allo stesso tempo il principio dell’uno vale uno che è fondativo dei 5Stelle, e che ha portato in parlamento e al governo negli anni gente senza alcuna preparazione". Ed ecco un modo per marcare equidistanza da entrambi con una sola frase: sa perché siamo contro la riforma del premierato proposta da Giorgia Meloni? Perché non esiste da nessuna parte e, se ci fosse stata, ci avrebbe portati a cinque anni di governo 5Stelle con Di Maio come premier, il che sarebbe stato a nostro avviso disastroso". Meglio concentrarsi (e votare) la separazione delle carriere e l’abolizione dell’abuso d’ufficio, "quelle sono norme giuste". Resta il tempo per un vaticinio finale. Cosa succederà in Italia dopo le elezioni europee? "Un bel niente, perché in Italia i governi finiscono per implosione, mai per l’opposizione". E Renzi? Calenda alza le spalle: "È il peggior nemico di se stesso, ed è un peccato". Poi è già tempo di risalire sulla Bla Bla Carl.