Sabato 21 Dicembre 2024
SIMONE ARMINIO
Destinazione Europa

Destinazione Europa, Tajani: "I nostri soldati non andranno a Kiev. Forza Italia avrà il 10%"

Il ministro degli Esteri e segretario azzurro è il primo ospite del vodcast di QN. "Berlusconi? Mai cancellato il numero. Aspetto ancora la sua chiamata serale"

Roma, 20 maggio 2024 – “Non manderemo neanche un soldato italiano a combattere in Ucraina. Neanche uno". È categorico Antonio Tajani, leader di Forza Italia e in quanto tale candidato da capolista alle elezioni dell’8 e 9 giugno. Ma soprattutto ministro degli Esteri, e anche questo il delfino ci tiene a chiarirlo subito, appena arrivato nella sede romana di Qn-Quotidiano Nazionale per partecipare al vodcast Destinazione Europa, intervistato dalla direttrice Agnese Pini, dal condirettore Raffaele Marmo e dalla notista politica Antonella Coppari.

Destinazione Europa, il ministro degli Esteri Antonio Tajani (Ansa)
Destinazione Europa, il ministro degli Esteri Antonio Tajani (Ansa)

“Sono in campagna elettorale – conferma Tajani –, ma sono soprattutto un membro dell’esecutivo, perché c’è da governare l’Italia". Tra i dossier di cui sta occupandosi alla Farnesina, e che enumera, c’è anche la vicenda di Matteo Falcinelli, lo studente spoletano fermato fuori da un locale e incaprettato dalla polizia di Miami, la cui vicenda è stata resa nota dal Qn. Tajani è ottimista: "Il ragazzo, con cui ho parlato di persona, ha passato un momento orribile, ma data la sua giovane età sono sicuro che riuscirà a superarlo e a portare a termine i suoi studi negli Stati Uniti". E il plauso del ministro va anche alla madre di Matteo, "di cui ho apprezzato la moderazione, perché in questi giorni pur complicati non l’ho mai udita dire parole offensive nei confronti degli Stati Uniti e del governo federale". Una sottolineatura che è impossibile non mettere in relazione con la vicenda di Ilaria Salis e con le accuse del padre Roberto nei confronti del governo ungherese.

Altro tema di primo piano è, ovviamente la politica europea. A partire da chi sarà a guidare la Commissione all’indomani del voto. "Le norme dicono che a scegliere è il partito che prende più voti – chiarisce Tajani –, e io auspico che sia il Ppe di cui sono vicepresidente". In pista resta Ursula Von der Leyen, ma "tutto dipenderà dai risultati". Ma di sicuro "Forza Italia non starà con i conservatori e con gli estremisti antieuropeisti". E poiché delle due famiglie appena citate fanno parte i due alleati di governo, ovvero Fratelli d’Italia con i conservatori di Ecr e la Lega con Identità e democrazia, impossibile non chiedere se il voto avrà contraccolpi sulla tenuta del governo italiano. Ma è un rischio che Tajani rispedisce al mittente: "Si tratta di accordi differenti – spiega lui –, e sono dettati anche dalla differente legge elettorale, che in Europa è proporzionale pura, dunque, ciascuno va per contro suo. Non ci sono imbarazzi ad avere posizioni differente"

Le altre questioni sono tutte italiane. Come la riforma della giustizia "valorizza il ruolo dei giudici e non lo sminuisce" o come quella del Premierato, che "non tocca il ruolo del capo dello Stato" e "va in direzione della stabilità ma al contempo limita a due mandati la permanenza di un premier". Limite che Tajani estenderebbe "ai governatori", perché "il potere per troppo tempo non va mai bene".

E Forza Italia? "Procediamo a passo da alpino verso un 10% alle Europee e un 20% alle Politiche", assicura il leader. Convinto com’è che "la nostra storia, e la figura di Berlusconi rappresentino le nostre radici del futuro". Silvio? "Sì, mi manca ogni giorno", è il momento personale. "Aspetto ancora la sua telefonata serale. E so il suo numero a memoria. Lo terrò memorizzato come un talismano. Oggi mi direbbe ’Antonio, vai avanti".