Martedì 3 Dicembre 2024

Cos’è la maggioranza Ursula? Significato e perché von der Leyen può stare tranquilla

Lo tsunami della destra che ha travolto Francia, Austria e Germania non supera la diga innalzata dalla presidente della Commissione europea. L’emiciclo del Parlamento non è molto diverso da ieri e l’unione di Ppe, S&D e Renew Europe dovrebbe essere sufficiente a tenere a bada l’ondata estremista

Bruxelles, 10 giugno 2024 – Il terremoto politico che ha travolto Francia, Austria, Germania e Belgio non scuote la ‘maggioranza Ursula’. L’ondata della destra che ha travolto Macron al punto da fargli sciogliere le Camere e indire nuove elezioni, non supera la diga innalzata a Bruxelles da von der Leyen. 

Infatti, nonostante lo scossone della triade Rn, Afd e Fpo, l'emiciclo del Parlamento europeo si scopre non tanto diverso da ieri. Lo confermano i numeri e le dichiarazioni politiche. Partiamo dai numeri. Sono ancora proiezioni ma il quadro è ben delineato: su 720 seggi la maggioranza di Ursula ne ha dalla sua parte 402.

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La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen
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Ma cos’è la maggioranza Ursula?

E’ la maggioranza formata da Ppe, S&D e Renew Europe che potrebbe essere sufficiente, sulla carta, a tenere fuori le destre, nonostante l’avanzata più o meno comune in tutta Europa. 

Se Ursula von der Leyen vedrà confermati i 402 seggi, significa che gli equilibri restano tutto sommato stabili, con il Partito popolare europeo di von der Leyen e Manfred Weber che si conferma leader e lancia l'opa sulla prossima maggioranza, invitando i socialdemocratici e i liberali a un'alleanza che, forse, terrebbe fuori quell'estrema destra che in realtà è la vera vincitrice delle elezioni europee 2024.

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Grazie soprattutto alla crescita del Ppe - che passa dai 176 deputati attuali ai 185 attesi - e alla tenuta dei socialisti di S&d (da 140 a 137).

Nell'ultimo aggiornamento diffuso dall'Eurocamera sulla composizione dei seggi il Partito popolare europeo (Ppe) è saldamente il primo gruppo, in deciso aumento rispetto alla scorsa legislatura. A seguire, i Socialisti, pur perdendo tre eurodeputati.

Si leccano invece le ferite i liberali di Renew, al terzo posto, che ottengono 80 eletti (-22). Pagano il tracollo in Francia in primis ma anche in Germania. La leader del gruppo, Valerie Hayer, non si è presentata a commentare l'esito con i giornalisti.

In linea con le ultime proiezioni, la maggioranza Ursula continua così a viaggiare oltre quota 400.

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Sul fronte delle destre, i Conservatori (Ecr) si attestano a 73 eurodeputati (+5 rispetto agli attuali 68), seguita dai 58 di Identità e democrazia (uno in meno rispetto all'ultima legislatura), senza tuttavia contare la delegazione di AfD espulsa dal gruppo. I Verdi certificano il loro netto calo e contano su 52 eurodeputati (-20 rispetto agli attuali 72), The Left viaggia sui 36 seggi, stabile rispetto alla passata legislatura. Resta numeroso il gruppo dei Non iscritti e altri, in cerca di sistemazione, pari a 99 eurodeputati.

Una maggioranza centrodestra-destra - come più volte prospettato dagli analisti in Italia - non ha i numeri. Altre maggioranze più verosimili potrebbero essere un sostegno esterno dell'Ecr alla maggioranza Ursula oppure da parte dei Verdi. Ma qui vengono in soccorso le dichiarazioni politiche

Ursula von der Leyen - spitzenkandidat vincitrice - ha teso la mano a liberali e socialisti. "Questa piattaforma (tra popolari, socialdemocratici e liberali) ha funzionato bene, in modo affidabile, costruttivo ed efficace ed è per questo che come primo passo mi avvicinerò ai socialdemocratici e ai liberali, lasciatemi faremo questo primo passo e poi farò il secondo", ha spiegato i giornalisti. Il secondo passo sarebbe quello di aprire un confronto con i Verdi. A chi le chiede dell'Ecr, lei conferma la volontà di avere di avere "un'ampia maggioranza per un'Europa forte".

Il criterio è ancora quello: pro-Ue, pro-Ucraina e pro-Stato di diritto. Per von der Leyen, Meloni li rispetta tutti e tre. E nell'Ecr hanno detto chiaramente di "non vedere impedimenti" a lavorare con von der Leyen, salvo un confronto sul programma.

Socialisti e liberali invece la pensano diversamente. Intanto riconoscono la vittoria di Ppe e von der Leyen e invitano a lavorare a un programma europeista.

Ma il partito Socialista europeo avverte che un eventuale allargamento a destra della maggioranza all'Eurocamera non potrà esserci con S&D all'interno della coalizione. “Se l'allargamento della piattaforma va in un'altra direzione che non è quella dei Verdi, non possiamo negoziare. Se è con Ecr, è senza di noi”, sottolinea il segretario generale del Partito Socialista europeo Giacomo Filibeck.

Lo spitzekandidat Nicolas Schmit dice: "Siamo disposti a negoziare un patto per i prossimi anni per un'Europa più democratica, più forte socialmente ed economicamente, e anche più sicura". Hayer ha evidenziato che il suo partito è "pronto a mettersi alla guida di una coalizione filoeuropea" purché le sue "condizioni e ambizioni" siano soddisfatte. "Questi risultati dimostrano che senza di noi non sarà possibile raggiungere una maggioranza europeista al Parlamento europeo", ha evidenziato. Anche per i socialisti la linea rossa e' rappresentata dal flirt del Ppe con Ecr e Id. O loro o noi, insomma. I Verdi, da parte loro, aprono per un sostegno alla maggioranza Ursula. A condizione che non venga manomesso il Green deal. "Adotteremo un ruolo costruttivo e responsabile. Le sfide per l'Europa sono troppo grandi per fare giochi politici", ha detto lo spitzenkandidat olandese, Bas Eickhout.