Roma, 6 giugno 2024 – Una croce sul simbolo della lista, fino a tre nomi di candidati collegati. Le regole per votare alle elezioni europee l’8 e il 9 giugno 2024 sono semplici. Ma occorre comunque fare attenzione per non rischiare di invalidare la propria scheda. Ecco le istruzioni per non sbagliare ma prima un’infarinatura sui meccanismi elettorali che decidono la composizione del Parlamento europeo.
La legge elettorale e la soglia di sbarramento
Una premessa per capire come verranno distribuiti i voti: la legge elettorale europea dice che i Paesi membri al momento di chiamare alle urne i loro cittadini devono utilizzare un sistema proporzionale. Il che significa che l’assegnazione dei seggi verrà effettuata garantendo alle diverse liste candidate in ogni Stato membro un numero di posti attribuito in proporzione ai voti ricevuti dagli elettori. Altro elemento di cui tenere conto è che per poter inviare dei propri rappresentanti nelle poltrone del Parlamento Europeo, le liste devono in ogni caso raggiungere una quota minima del 4% dei voti validi che verranno espressi a livello nazionale. L’intento è quello di evitare una eccessiva frammentazione delle forze rappresentate.
Le circoscrizioni
Infine, ultima premessa: per le consultazioni europee, l’Italia viene divisa in cinque circoscrizioni elettorali, ognuna delle quali comprende dunque più di una regione. I raggruppamenti, che sono stati effettuati su base geografica, possono contare su un numero di seggi che varia in base alla popolazione residente in ogni area. La ripercussione più immediata sta nel fatto che ogni partito può inserire nella propria lista un numero massimo di candidati uguale a quello assegnato alla circoscrizione. A quel punto il responso passa agli elettori, che devono esprimere il proprio parere scegliendo tra i candidati indicati nella propria circoscrizione di residenza. Le cinque circoscrizioni italiane sono quelle Nord Occidentale, Nord Orientale, Centrale, Meridionale e Insulare. Le liste sono ovviamente consultabili in anticipo e i riferimenti alla circoscrizione di appartenenza vengono riportati anche nelle tessere elettorali.
All’elettore saranno consegnate una matita copiativa e una scheda (di colore diverso per ogni circoscrizione), che contiene una serie di simboli corrispondente alle liste (o partiti): dappertutto sono 12, tranne che nella circoscrizione Insulare, dove sono 11. L’elettore dovrà usare la matita per fare una croce sul simbolo della lista prescelta. Se vorrà, potrà indicare accanto, nelle righe apposite, i nomi dei candidati preferiti (da uno a un massimo di tre), che corrono per quella lista.
In Italia (dove verranno eletti in tutto 76 rappresentanti dei 705 complessivi) è previsto infatti il voto di preferenza. Attenzione però nel caso si scelga di indicare due o tre candidati, entra in vigore anche il criterio di genere: bisognerà quindi esprimere un voto almeno per un uomo e almeno per una donna. Se questo aspetto non viene rispettato, il secondo ed eventualmente il terzo nome vengono dichiarati nulli. Nel caso si indichi un solo nome, questo ovviamente potrà essere di uomo o di donna.
Non è possibile, pena l’annullamento della scheda, fare il cosiddetto voto disgiunto. Ovvero fare una croce su una lista e votare candidati appartenenti a un’altra lista.
(Nel grafico qui sopra le simulazioni di voto valido).
A chi va il mio voto?
Una volta stabilito il numero degli eletti di un partito in ogni circoscrizione, la lista verrà formata partendo dal nome di chi ha ricevuto più preferenze, scendendo poi progressivamente verso tutti gli altri. Se non ci sono preferenze espresse, il voto va alla lista.