Giovedì 21 Novembre 2024
ELENA G. POLIDORI
Elezioni

Elezioni, una lettera al giorno: B come Bonus

Da quello edilizio del 110% a quello psicologo, ma il ricorso a questa misura mette a rischio i conti dello Stato. E già si prepara lo scontro sulla prossima Finanziaria

Boom di cantieri edilizi grazie al bonus del 110% (Ansa)

Boom di cantieri edilizi grazie al bonus del 110% (Ansa)

Ce ne sono per tutti i gusti, dal bonus psicoterapia al bonus verde, passando da quello per i mobili fino a quello per gli sgravi sulla cura degli animali domestici. Mai come in questa stagione difficile la parola ‘bonus’ è diventata una chiave di questa campagna elettorale, ma è in particolare sul bonus edilizio e l’ormai famoso 110% che i partiti politici si accapigliano con maggior frequenza incuranti - come sempre quando c’è il voto di mezzo - di promesse che poi potrebbero compromettere in modo pesante la fiscalità generale. E il debito pubblico. Già il ministro Daniele Franco ha tentato in ogni modo di arginare la falla creata dai governi Conte sul bonus del 110%, considerato dal governo Draghi il collettore delle “truffe che sono tra le più grandi che questa Repubblica abbia visto” (lo disse il ministro dell’Economia nel Cdm del 22 febbraio 2022), ma questo sgravio è ancora sbandierato come una misura da conservare.

Anzi, da stabilizzare. Lo propone il M5s, che della prima misura priva di controlli è stato l’artefice principale, mentre il centrodestra - consapevole del boomerang che potrebbe e rappresentare una volta arrivati al governo - vuole solo riorganizzare gli incentivi fiscali legati all’efficientamento energetico degli immobili; si parla di "riordino degli incentivi destinati alla riqualificazione, alla messa in sicurezza e all’efficientamento energetico degli immobili residenziali pubblici e privati". La Lega punta a rendere il superbonus più coerente e applicabile, garantendo l’accesso all’agevolazione per tutti coloro che hanno già maturato il diritto. Pochi riferimenti al tema, invece, da parte di Azione e Iv, ma anche da parte del Pd che schiva sapientemente la questione, facendo capire di non volersi bruciare su promesse da sempre appannaggio più del centrodestra (per primi i condoni, ndr) che della sinistra.

Ma soprattutto perché, visti i conti, l’inflazione che galoppa e una profonda crisi di sistema economico che sconta pandemia, guerra e cambiamento climatico, tutti questi bonus declinati dal governo Draghi nei dl Aiuti sono a rischio revisione con la prossima finanziaria. E dunque potrebbero diventare, per il centrosinistra di opposizione, la prima arma di battaglia parlamentare contro il centrodestra di governo. A meno che le urne non disegnino un altro scenario (improbabile, stando ai sondaggi) e allora sarà tutto un altro film, ma ‘addio bonus’ rischia di diventare il ‘must’ della prossima legge di bilancio.

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