Domenica 22 Dicembre 2024
Cosimo Rossi
Elezioni

Bonelli (Avs): "Saremo il collante del campo largo"

Il leader dei Verdi: lavoriamo a una coalizione ampia "Premiership? Prima serve un programma unitario".

Roma, 13 giugno 2024 – Angelo Bonelli, classe 1962, portavoce di Europa Verde e deputato di Avs, vi aspettavate mezzo milione di voti in più rispetto alle politiche?

"Un risultato straordinario. Generato da due fattori. Primo: il posizionamento netto su temi come il binomio giustizia sociale e climatica, contrastando la fabbrica di bugie della destra e il Ponte sullo Stretto, parlando apertamente di tassa sui grandissimi patrimoni, su cui il centrosinistra è titubante, considerato che 62 super-ricchi hanno lo stesso patrimonio di 3,6 miliardi di persone, metà del mondo. Secondo: la pace, in particolare in Medio Oriente, con una ferma posizione sullo stop al massacro e i crimini contro l’umanità, sostenendo le posizioni del tribunale dell’Aia sull’incriminazione di Sinwar e Netanyahu".

Bonelli (Avs): "Saremo il collante del campo largo"
Bonelli (Avs): "Saremo il collante del campo largo"

Ilaria Salis ha portato un surplus importante?

"Non c’è dubbio. Ma la battaglia per la democrazia legata alla candidatura Salis è un elemento strutturale della nostra politica. L’Ungheria viola lo stato di diritto e per questo è stata condannata. Le nostre candidature – da Salis, a Lucano, Marino, Orlando e tanti giovani – hanno dato il volto al messaggio chiaro, non politichese, di una forza rosso-verde moderna, non massimalista. E non litigiosa".

Unità che può diventare politica o solo elettorale?

"Il problema non è fare un partito. La modalità dell’alleanza, che mantiene le identità, superando le strettoie della forma partito, introduce elementi di dinamismo aperti anche a persone che vengono da fuori".

E rispetto al centrosinistra?

"Vogliamo fare da cerniera tra Pd e M5s, e mi auguro anche +Europa e Azione. È inammissibile perseverare negli errori del 2022, che hanno consegnato il governo alla destra più pericolosa d’Europa. Bisogna contrastare l’ignobile mercimonio tra Salvini e Meloni, tra autonomia differenziata e premierato, che lede il ruolo di garanzia del capo dello Stato. Lavoriamo a un massimo comun denominatore e un programma federatore alternativo a una destra che smantella Costituzione e unità del Paese".

E il nodo della premiership? Tocca al Pd o serve una figura terza per unire?

"Non per sfuggire alla domanda, ma serve un programma che federi e tenga uniti Pd, Avs, M5s e un’area centrista con a cuore una visione innovativa e solidale. Fatto questo, troveremo il metodo che porti all’individuazione di chi sfidi la destra".

In Europa i Verdi arretrano. È plausibile l’ingresso un maggioranza proposto dal Pse?

"Ci son stati anche buoni risultati, il problema è la Germania: la posizione dei Verdi tedeschi sulla guerra non è condivisa e impone una riflessione. Non si tratta di uscire dall’atlantismo, ma di costruire una terzietà forte dell’Ue, come tassello Nato, ma improntata a una capacità autonoma, non bellicista, in politica estera e di difesa. Viste le posizioni e le piroette di von der Leyen sul Green Deal, un appoggio mi pare difficile".