Giovedì 21 Novembre 2024
ANDREA MORLEO
Elezioni

Berlusconi e Bersani, compleanno per due

Due uomini che più diversi non si può ma accomunati da due passioni: la politica e le battute

Roma, 29 settembre 2022 - Oggi uno soffierà su 86 candeline, per l'altro saranno 71. Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani festeggiano il compleanno nello stesso giorno. Le altre due cose che li accomunano sono la passione politica e quella per le battute. Per il resto i due non potrebbero essere più diversi. Milanese, figlio di un bancario, il primo è il simbolo dell'uomo che si fa da sé. Lui è "il cavaliere", quintessenza del lavoro: cantante, intrattenitore sulle navi da crociera, venditore porta a porta, costruttore e infine imprenditore televisivo abile a cavalcare il boom economico della Milano da bere, mischiando affari e amicizie politiche. L'altro arriva da comune montano della provincia di Piacenza: madre casalinga, padre meccanico e zio missionario. Fa il chierichetto in chiesa ma organizza uno sciopero per protestare contro la destinazione che il parroco fa delle offerte dei fedeli e più tardi si laurea in Filosofia.

Il Cavaliere è uomo di comunicazione: è il primo a capire che l'immagine è tutto (anche in politica) e lui sa di essere il miglior venditore di se stesso. Diventa presidente del Milan e sfrutta la popolarità per buttarsi in politica quando Tangentopoli dà un colpo di spugna alla Prima Repubblica. Nel 1993 lancia Forza Italia, partito fondato sul culto della personalità del leader e la politica italiana prende una svolta che segnerà un'epoca. Bersani si iscrive al Partito comunista nel 1970, anche se la madre cattolica e democristiana non approva. Il suo primo incarico è quello di consigliere a Bettole, paesino dell'appennino tosco-emiliano ma di strada Pierluigi ne farà tanta: presidente di Regione, deputato, ministro per tre volte e segretario di partito. Il suo cuore batte e batterà sempre a sinistra, di cui segue le trasformazioni: il Pds di Occhetto, il Ds di D'Alema-Veltroni, il Partito democratico, che lascia nel 2017 in aperto contrasto con il segretario (suo successore) Matteo Renzi che lo vuole "rottamare" insieme alla vecchia dirigenza del partito. 

In barba agli 86 anni suonati, Berlusconi non sembra intenzionato a mollare. Nel gennaio scorso il centrodestra prova a candidarlo al Quirinale, come successore di Sergio Mattarella ma alla fine lui si fa da parte. E' solo questione di mesi nei quali Silvio medita il ritorno lavorando con gli alleati ai fianchi il governo Dragh, che alla fine cade. Silvio così torna in campo: viene eletto nel collegio di Monza, dove la domenica del voto si presenta insieme alla compagna, Marta Fascina, 54 anni in meno di lui che però sfoggia il solito sorriso smagliante delle grandi occasioni. Perché la pubblicità è l'anima del commercio, o no? Che forza Silvio, non molla di un centimetro e adesso rivendica per sè il ruolo di padre putativo del centrodestra e un peso maggiore nella coalizione per Forza Italia che adesso tallona la Lega guidata da quello "sbarbato" di Matteo Salvini. Bersani invece aveva deciso da tempo che non si sarebbe più ricandidato in Parlamento. "Cinquantasei anni fuori casa bastano a sentirsi realizzato. Non lascerò la politica, quella non si lascia mai. Il seggio sì", ha dichiarato Bersani. Due stili diversi, due modi di intendere la vita e la politica agli antipodi ma accomunati, appunto, da due passioni. Perché come direbbe proprio Bersani "non siamo mica qui a pettinare le bambole".  

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