Viceministro allo Sviluppo economico e alle Attività produttive in due Governi Berlusconi, Adolfo Urso compie oggi il grande salto e diventa ministro delle Imprese e del Made in Italy, la nuova denominazione con cui è stato ribattezzato il ministero dello Sviluppo economico dal governo Meloni. Presidente del Copasir (l’organismo di raccordo coi servizi segreti) nella scorsa legislatura, il suo nome era stato accostato anche alla Difesa, dove è invece andato Guido Crosetto.
Urso, padovano classe 1957, è un politico di lungo corso, deputato per cinque legislature dal 1994 al 2013, poi eletto senatore nel 2018 e riconfermato a Palazzo Madama alle elezioni dello scorso 25 settembre. Una vita a destra, parrocchia Msi-Alleanza nazionale, ma sempre con posizioni articolate, spesso schierandosi con la minoranza interna al partito. Tra i principali fautori della svolta di Fiuggi che ha portato alla nascita di An, dove ha introdotto i lavori come segretario generale, negli anni si è distinto per le sue posizioni moderate, più governiste che identitarie, a favore dell’unità dell’alleanza di centrodestra. L’approdo a Fratelli d’Italia è del 2015
A cavallo degli anni Dieci del Duemila ha aderito al Pdl e a Futuro e Libertà, mostrando sempre lealtà ai governi Berlusconi, per i quali ha ricoperto il ruolo di viceministro dello Sviluppo economico e prima ancora di viceministro delle Attività produttive. Nel 2011 ha fondato FareItalia, associazione che intende contribuire alla nascita di un centrodestra “liberale e solidale, moderno ed europeo”, ancorato al Ppe e alla tradizione conservatrice. Quando nel 2013 non viene ricandidato al Parlamento, sfrutta esperienze e contatti maturati da viceministro in ambito economico per fondare invece Italy World Services, società di consulenza che si occupa di internazionalizzazione delle imprese. Esperienza che, dieci anni più tardi, viene riconosciuta e 'premiata' a livello istituzionale con la nomina a ministro delle Imprese e del Made in Italy