Martedì 5 Novembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Elezioni USA

Gli Usa alla prova del voto. Code ai seggi nel Paese blindato. E Trump accusa: “Ci sono brogli”

Il tycoon parla di frodi in Michigan e Pennsylvania, la polizia smentisce. Harris ci crede: scriveremo la storia. A Washington fermato un uomo armato. L’ultimo sondaggio premia i repubblicani: 287 contro 251

Roma, 6 novembre 2024 – Siamo al redde rationem, alla resa dei conti, al giudizio finale. Si è votato per la Casa Bianca, per il Congresso, per 13 governatori. Ed è stata una notte calda con Trump che ha ribadito le accuse, senza motivarle, che in Pennsylvania, a Philadelphia, in particolare, sarebbero in atto frodi elettorali: “Sento voci di mega frodi elettorali in corso a Philadelphia”. Secca la replica della polizia: “Non siamo a conoscenza di alcun problema con il voto che richieda l’intervento delle forze dell’ordine”. Ma Trump ha bisogno di mantenere alta la narrazione della vittoria rubata, come fece già nel 2020, e nella notte ha rincarato la dose sul suo social Truth: “Ci sono brogli anche in Michigan, a Detroit!”.

Quando sapremo i risultati delle elezioni Usa: a che ora ci saranno le prime proiezioni

Donald Trump e Melania Trump
Donald Trump e Melania Trump

La notte è stata punteggiata dalle proiezioni, mano a mano che i seggi chiudevano. Attorno alle 1 Cnn e Fox hanno hanno assegnato i primi Stati: Vermont a Harris e Kentucky e Indiana a Trump : 19 a 3 per i repubblicani, ma parliamo ancora di esiti largamente previsti. A questi si è poi aggiunta, come atteso, la West Virginia: 23 a 3.

Per avere i risultati veri potrebbero volerci giorni, sia perché quando il margine è di poche migliaia di voti ogni sezione è decisiva, sia perché in molti Stati gli 83 milioni di voti inviati per posta o fatti in persona nei giorni precedenti vengono contati con norme diverse. In 43 Stati, le schede sono state infatti preparate per il conteggio già prima delle elezioni. Ma gli altri Stati non lo permettono e fra questi ci sono Pennsylvania e Wisconsin, due degli Stati chiave. Quindi, calma e gesso. “Ci potrebbero volere anche più giorni, la Pennsylvania potrebbe richiedere 2-3 giorni. ha ammesso lo stesso Donald Trump. Già. E sull’esito finale i sondaggisti sono divisi. Nate Silber vede Harris in vantaggio di una incollatura (50% di chanche contro 49.6%), il sito FiveThityEight (ABC news) dà 50% di chances alla Harris contro 49% per l’ex presidente. Real Clear Politics vede invece Trump vincente per 287 voti elettorali a 251.

I primissimi risultati reali sono venuti da parti dell’Indiana e del Kentucky, stati solidamente repubblicani dove i seggi hanno chiuso alla mezzanotte ora italiana. Nessuna sorpresa: con il 16% dei voti scrutinati – provenienti da contee rurali, quindi non favorevoli alla Harris – Trump aveva il 62% in Indiana (vinto con il 57% nel 2020) e, sempre con il 16% dei voti scrutinati, il 70% in Kentucky (ebbe il 62% nel 2020).

I primi risultati (9%) da uno stato chiave, la Georgia, davano Trump al 60% e Harris al 39,5%. Anche Virginia (4% dei voti) Trump è leggermente avanti: 50.7% contro 47,8%. In ogni caso, è quasi sicura la conquista del Senato da parte dei repubblicani mentre i democratici potrebbero prendere per pochi seggi la Camera. Entrambi i candidati, ovviamente, si sono dichiarati fiduciosi. “Questo – ha detto Trump – è il giorno più importante della storia americana. Siamo in testa. Se facciamo andare tutti e votare, non c’è niente che possano fare”. “Oggi – ha replicato Kamala – votiamo per un futuro più luminoso. Insieme, scriveremo il prossimo capitolo della più grande storia mai raccontata. Il mio appello è: la gente deve uscire e votare”. Viste le lunghe file ai seggi, molti li hanno ascoltati. Trump ha atteso l’esito del voto nella sua residenza di Mar-a-Lago in Florida, tra gli ospiti anche Elon Musk, mentre Kamala Harris ha partecipato al party elettorale alla sua alma mater, la Howard University di Washington.

Molti temono violenze da parte dei sostenitori del perdente, specialmente se fosse Donald Trump. “Ovviamente non ci sarà violenza. I miei sostenitori – ha detto lui – non sono gente violenta, e non devo rivolgere loro nessun appello”. Tutti si augurano che sia così. A Washington, una capitale blindata, gli agenti hanno arrestato vicino Capitol Hill, un uomo che emanava odore di carburante e portava con sé una torcia e una pistola lanciarazzi. In Georgia invece due seggi sono stati chiusi mezz’ora per un falso allarme bomba. In Michigan due uomini sono stati arrestati per minacce. Sinora, quisquilie. La speranza è che, a prescindere dal vincitore, non ci sia sangue sulle elezioni.