Giovedì 21 Novembre 2024

Donald Trump ha vinto le elezioni Usa, cosa succede ora (anche su guerre e clima)

Il tycoon ha promesso: “Fermerò tutte le guerre”. Dall’Ucraina al Medio Oriente, ecco gli scenari (e le distinzioni). L’analista: “Sono più ottimista per Israele”

Roma, 6 novembre 2024 - Sì, ma l’Ucraina? Cosa accadrà ora che Donald Trump è diventato il 47esimo presidente dopo aver vinto le elezioni Usa? “Fermerò tutte le guerre”, è stata la promessa del tycoon, che non ha atteso i risultati ufficiali per dichiararsi commander in chief.  Oggi il mondo si chiede soprattutto questo: cosa accadrà in Medio Oriente e in Ucraina?

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“Metterò fine alla guerra in 24 ore”, era stato uno dei tormentoni della campagna elettorale di Trump, promessa rivolta a Kiev. E proprio ’pace’ è tra le prime parole evocate da chi si congratula per la vittoria. A cominciare dal presidente ucraino Zelensky. 

Donald Trump ha promesso: "Fermerò tutte le guerre"
Donald Trump ha promesso: "Fermerò tutte le guerre"

Ha vinto Trump, cosa succede ora: l’analisi

Francesco d’Arrigo, direttore dell’Istituto italiano di studi strategici Niccolò Machiavelli, distingue tra i due conflitti. “Sono abbastanza ottimista sul Medio Oriente - dichiara a Quotidiano.net -. Nella sua presidenza precedente Trump ha dimostrato di considerare Israele confine strategico per le democrazie liberali ed è disposto a sostenerlo senza alcun dubbio”.

Sull’Ucraina invece “si era presentato con il programma di concedere a Putin i territori occupati in cambio di una deterrenza più forte da parte dell’Occidente. Ma questa non è pace, alla fine è una sconfitta, è la cessione al più forte, è certo la fine dei combattimenti ma non si può chiamare pace. Perché la pace è basata sul rule of law, nessuno stato può aggredire una nazione meno forte. Quindi sarà una sconfitta dal punto di vista politico”.

Cosa dice la dottrina russa

E nella dottrina russa, ricorda Arrigo, “è importante proprio questo, la vittoria politica e non solo quella militare. Strategicamente quindi vincerebbe Putin, se questa dovesse essere la via d’uscita per la fine delle ostilità. Che sarebbe comunque temporanea, perché Putin non si accontenterà mai. Mi auguro che i Repubblicani, peraltro mai citati da Trump nel suo discorso della vittoria, limitino questa strategia di “pace non giusta”.

Le parole di Zelensky

“Apprezzo l’impegno del presidente Trump per l’approccio ‘pace attraverso la forza’ negli affari globali. Questo è esattamente il principio che può nei fatti avvicinare la pace giusta in Ucraina. Spero lo metteremo in pratica insieme”. Affida a queste parole il suo augurio di buon lavoro a Trump il presidente ucraino Zelensky. Che auspica “un’era con Stati Uniti d’America forti sotto la leadership risoluta del presidente Trump”.

Le parole del Cremlino

“Gli Usa sono in grado di contribuire alla fine del conflitto” in Ucraina, ma questo "non può essere fatto dall’oggi al domani”. Sono prudenti le parole del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “Siccome proprio gli Usa sono il paese che butta costantemente benzina sul fuoco in questo conflitto e vi partecipa direttamente, essi sono in grado di cambiare la traiettoria della loro politica”, “ma se questo sarà fatto e in che modo lo sapremo solo dopo gennaio”, ha detto ancora il portavoce, citato dall’agenzia Interfax.

Quali saranno le mosse sul clima?

E quali saranno le mosse del presidente Trump sul clima? Nel suo primo mandato, il tycoon aveva dimostrato tutto il suo scetticismo sull’accordo di Parigi e con una decisione clamorosa ne era uscito. Ora, nel discorso della vittoria, Trump rivolgendosi a Robert Kennedy junior, ha scherzato: “Lasciami il petrolio Bobby”, riferendosi alle campagne ambientaliste e no-oil del supporter. Un segnale chiarissimo.