Washington, 2 novembre 2020 - Intanto un record: mai così alto l'early vote, a quest'ora hanno già scelto decine di milioni di americani. L'inquilino della Casa Bianca è tra loro. La sua preferenza è andata a "un tale di nome Trump", così ha dichiarato il presidente ai giornalisti senza aspettare la data fatidica del 3 novembre. Obiettivo: dare la scossa ai suoi. Tanti i voti ai seggi, una marea le schede per posta, sistema abituale che quest'anno è diventato più che mai necessario a causa della pandemia di Coronavirus, per evitare pericolosi assembramenti. Benvenuti nelle elezioni più incredibili della storia americana. Colpi di scena a ripetizione, imprevisti ovunque.
FOCUS /, quando si saprà il risultato (e il vincitore)
Elezioni Usa, America al bivio tra due debolezze
Il numero degli elettori
Partiamo allora dalle cose certe. Intanto i numeri. Hanno diritto al voto quasi 240 milioni di persone. Per la Costituzione i candidati alla presidenza devono essere cittadini americani, aver compiuto 35 anni e avere la residenza nel Paese da oltre 14.
Il sistema dei Grandi elettori
Si vota per eleggere un presidente che dura in carica 4 anni e può svolgere al massimo due mandati. Veramente prima del poker di Franklin Delano Roosevelt quel limite non esisteva, è stato introdotto nel 1947. Il comander in chief è scelto dalla somma di 50 consultazioni. Il meccanismo di elezione formalmente è indiretto ma nella sostanza garantisce un'investitura popolare. I cittadini scelgono i 'Grandi elettori', il loro numero varia sulla base della popolazione di ogni singolo Stato, sono in tutto 538 (435 deputati, 100 senatori e 3 elettori che rappresentano il distretto di Columbia). Quindi per arrivare alla Casa Bianca il numero magico è 270, la metà più uno. Tutto il sistema è a maggioranza secca, winner-takes-all: in ogni Stato il vincitore, anche fosse solo per lo scarto di un voto, si aggiudica tutto il pacchetto dei delegati (fanno eccezione Nebraska e Maine, che hanno adottato regole diverse).
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Investitura formale e cerimonia di insediamento
Non è scontato che il giorno nella notte del voto, martedì 4 novembre in Italia, si conosceranno subito i risultati. In ogni caso, il 14 e 15 dicembre - il lunedì seguente al secondo mercoledì del mese - i grandi elettori si riuniranno nell’Electoral College di Washington. Da lì escono formalmente e pubblicamente presidente e vice. Quasi tre mesi dopo il voto, il 20 gennaio, si tiene la cerimonia d'insediamento (inauguration day), con il giuramento. Dal 1937 la scadenza è inesorabile, solo tre le eccezioni a questa data.
Più voti ma...
E' più che mai realistico, e altrettanto discusso, che possa essere sconfitto chi ha più voti popolari e che entri invece alla Casa Bianca chi ha conquistato più grandi elettori. Esattamente quel che è successo nel 2016 con Hillary Clinton e Donald Trump.
La battaglia (anche legale?)
L'America 2020 al voto, ripetono gli osservatori, è più che mai divisa. E questo, nelle analisi degli esperti, dovrebbe favorire una massiccia affluenza alle urne. Si prevedono almeno 150 milioni di persone, nel 2016 erano state 140 milioni. Sul voto per posta Trump ha già fatto dichiarazioni esplosive. Favorisce i brogli, ha detto. Queste elezioni, dunque, rischiano di diventare un campo di battaglia legale. Se n'era avuto già un assaggio nel 2000, nel duello sulla Florida tra Al Gore e George W Bush.