Martedì 5 Novembre 2024

Aborto e diritti riproduttivi

Kamala Harris è pronta a difendere il diritto all'interruzione volontaria di gravidanza, mentre Donald Trump non ha una posizione chiara

La candidata democratica ha fatto della libertà e dell'autodeterminazione delle donne una delle sue bandiere. Le posizioni a favore del diritto all'aborto di Kamala Harris sono note da prima della sua nomina: la vicepresidente aveva accusato i repubblicani di aver creato una "crisi sanitaria" limitando il diritto all'interruzione volontaria di gravidanza. Nel suo programma, sostiene la necessità di ripristinare la sentenza 'Roe v Wade', che garantiva il diritto a livello nazionale e che nel 2022 è stata rovesciata dalla Corte suprema statunitense. Harris ha promesso di impedire qualsiasi tentativo di vietare l'aborto negli Usa. Inoltre, la democratica si è impegnata a garantire l'accesso alla contraccezione e ai trattamenti per la fertilità. 

La posizione di Donald Trump sul tema non è del tutto chiara. L'ex presidente - che ha nominato i tre giudici decisivi per l'annullamento della sentenza 'Roe v Wade' - ha dichiarto che la decisione sull'accesso alle pratiche abortive dovrebbe essere lasciata ai singoli Stati e ha garantino che come presidente non firmerà un divieto nazionale all'aborto. "Il mio punto di vista è che ora abbiamo l'aborto dove tutti lo volevano dal punto di vista legale, gli Stati lo determineranno tramite voto referendario o legislativo, o forse entrambi, e qualunque cosa decidano deve essere la legge del Paese", ha detto l'ex presidente. Inoltre, il tycoon ha dichiarato di voler rendere la fecondazione in vitro gratuita, sebbene il suo partito abbia ripetutamente bloccato al Crongresso la legislazione che proteggerebbe il trattamento.

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