Roma, 5 novembre 2024 – "It’s the economy, stupid!" Fu uno degli slogan vincenti della campagna elettorale di Bill Clinton nel 1992, quando riuscì a scalzare George Bush padre dopo il primo mandato.
Il voto e l’economia
È l’economia il primo driver dell’elettore americano e i due candidati hanno strategie molto diverse. Se eletto di nuovo, Trump imporrà una tariffa uniforme "del 10% o 20%" su ogni importazione negli Stati Uniti, nonché una tariffa di almeno il 60% su tutte le importazioni cinesi. Ha anche proposto una tariffa "del 100% o 200%" sulle auto prodotte in Messico.
Inevitabile che questo provocherà una guerra commerciale, con misure uguali e contrarie contro l’export Usa e finirà per essere pagata dai consumatori pur se (forse) riporterà qualche decina di migliaia di posti di lavoro in America. Tassando le importazioni Trump spera di riequilibrare la bilancia dei pagamenti degli Stati Uniti e riportare lavoro in America, ma a pagarne le conseguenze, oltre ai consumatori, sarebbero i Paesi manifatturieri come Germania e Italia.
La ricetta di Kamala
Harris, che ha definito il piano del suo avversario "Trump tax", non alzerà le tariffe doganali ma ha proposto, per aumentare la produzione industriale nel Paese, "una ridiscussione" dell’accordo commerciale con Messico e Canada, un aumento di dieci volte (da 5mila a 50mila dollari) delle deduzioni per le startup. Per aiutare i contribuenti con redditi bassi e medi vuole ridurre il costo dell’assistenza sanitaria, un tax credit di 10mila dollari per l’acquisto della prima casa e l’aumento da 2mila a 3.600 mila dollari di tax credit per ogni figlio. Per finanziare questi interventi Harris vuole alzare la tassazione sulle aziende dal 21 al 28%, tassare di più chi ha redditi oltre i 400mila dollari anche con una patrimoniale per chi ha un beni oltre i 100 milioni di dollari.
La ricetta di Trump
Trump, di contro, vuole eliminare la tassazione delle mance, degli straordinari e per la assistenza, e ridurre la tassazione per le aziende al 15%, mettere un tetto al 10% (la metà di quanto si paga adesso) per gli interessi delle carte di credito, consentire la detrazione degli interessi sull’acquisto di auto e introdurre un tax credit per chi ha badanti. Possibile anche un taglio delle tasse non solo per le aziende ma per i più abbienti, grossomodo per chi guadagna oltre 400mila dollari. Un classico, già attuato nel 2017, durante suo primo mandato.