Lunedì 23 Dicembre 2024
Alessandro Belardetti
Elezioni USA

Il paradosso del voto arabo-americano e latinos che oscilla verso Trump

I sondaggi fanno tremare Kamala: agli elettori di sinistra non è piaciuto il sostegno dell’amministrazione Biden-Harris a Israele e la politica (giudicata ipocrita) dem verso i neri delude proprio i neri

Roma, 22 ottobre 2024 – C’è un paradosso in queste elezioni Usa. Per punire l'amministrazione Biden-Harris a causa del sostegno a Israele nella guerra a Gaza, e adesso in Libano, molti arabo-americani vogliono votare Donald Trump, che rivendica di essere il presidente più filoisraeliano della storia e che nel primo giorno del suo primo mandato varò il 'muslim ban', controverso divieto di ingresso negli Usa per i cittadini di una lista di Paesi arabi e musulmani. Ecco l’anomalia che stanno indicando i sondaggi, come quello di Arab New/You Gov: l'ex presidente sarebbe avanti di due punti rispetto alla democratica, tra gli elettori arabo-americani.

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L'ex presidente e candidato alla Casa Bianca, Donald Trump

Cosa dicono i sondaggi

E un sondaggio dell'Arab American Institute indica un vantaggio addirittura di quattro punti, il 46% contro il 42%. Non solo, secondo il sondaggio più recente, il repubblicano viene considerato significativamente più in grado di mettere fine al conflitto in Medio Oriente, il 39% contro il 33%. Anche se, a conferma del paradosso, Trump viene considerato, con un margine di sei punti, molto più a sostegno dell'attuale governo israeliano di quanto lo sia Harris.

Harris indietro tra gli arabo-americani

Il dato preoccupante per i dem è che, a due settimane dal voto, Harris ha 18 punti in meno di quelli che aveva Joe Biden nel 2020 tra gli elettori arabo americani, che quindi potrebbero risultare la carta vincente a sorpresa di Trump. Soprattutto in uno Stato chiave come il Michigan, dove si trova la principale comunità arabo americana del Paese, oltre 200mila persone. E dove le ultime due elezioni sono state vinte per un pugno di voti: 150mila da Biden nel 2020 e 11mila da Trump nel 2016.

Il voto dei latinos

Il Financial Times racconta una storia emblematica sul voto dei latinos, che potrebbe spostare il peso della bilancia dell’esito delle presidenziali Usa. Il primo voto di Michael Lindell per un presidente Usa fu un nero, come lui. Quattro anni dopo scelse di nuovo un nero: Barack Obama. Ma da allora Lindell, afroamericano della Georgia, è diventato un sostenitore di Trump. «La prima volta che ho votato per Trump – spiega – ero riluttante perché condizionato dal voto democratico. Questa volta non ho dubbi: Trump mi ha aperto gli occhi su molti punti». Gli elettori afroamericani in Georgia formano il 33%: è uno degli Stati chiave, cioè in bilico tra repubblicani e democratici. La posizione di Lindell rappresenta un problema per la vice presidente Kamala Harris. I sondaggi mostrano che Trump è in leggero vantaggio in questo Stato, e dietro il risultato c'é il sostegno crescente nella comunità di afroamericani.

Perché i neri appoggiano Trump

Ma cosa spinge un nero ad appoggiare Trump, cioè uno che si è mostrato al fianco, in passato, dei suprematisti bianchi come Nick Fuentes? Michaelah Montgomery, che ad Atlanta, in Georgia, è tra le maggiori attiviste afroamericane per Trump, ha bocciato Biden: «Ai democratici non importa niente degli uomini neri, a meno che non siano morti o gay». Il tycoon viene visto come garante dei diritti dei neri, o perlomeno non ipocrita. La stessa situazione si registra nella comunità ispanica, una volta bacino solido di voti per i progressisti: anche qui, dall'Arizona al Nevada, è crescente una certa sfiducia verso l'amministrazione Biden.