Sabato 2 Novembre 2024
COSTANZA CHIRDO
Elezioni USA

I libri da leggere per le elezioni Usa 2024

Mancano pochi giorni al voto negli Stati Uniti e la tensione è alta. Ecco una serie di letture per capire meglio il contesto americano attuale

Roma, 1 novembre 2024 – La notte delle elezioni Usa si avvicina e sale la tensione nell’attesa del verdetto che sancirà il nome del 47esimo presidente degli Stati Uniti. Tra il repubblicano Donald Trump e la democratica Kamala Harris il duello sarà all’ultimo voto, e il risultato sarà determinante nel definire la posizione che il paese assumerà nei prossimi quattro anni. La situazione attuale negli States è complessa, e risulta difficile fare previsioni. Così, in attesa del verdetto finale, vi proponiamo alcune letture per cercare di comprendere meglio il contesto americano e le parti in gioco.

Elezioni Usa, foto generica
Elezioni Usa, foto generica

“Queste verità”, Jill Lepore (Rizzoli, 2020)

“Noi riteniamo di per sé evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità.” Le parole di Thomas Jefferson nella Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti (1776) hanno definito sin dall’inizio agli occhi del mondo le caratteristiche uniche dell’“esperimento americano”. In questo racconto, Jill Lepore ha messo le “verità” di Jefferson al centro della sua indagine su oltre cinque secoli di storia. Gli americani di oggi discendono da conquistatori e da conquistati, da schiavi e da proprietari di schiavi, da immigrati e da coloro che hanno combattuto l’immigrazione. Perché, in quel giovane Paese votato alla libertà, non tutti erano liberi? Le razze diverse da quella bianca dominante, le donne, le persone omosessuali hanno potuto davvero esercitare i loro “inalienabili diritti”? La democrazia americana ha mantenuto tutte le sue promesse? Le manterrà in futuro?

“Otto anni al potere. Una tragedia Americana”, Ta-Nehisi Coates (Bompiani, 2018)

Dal 2008 al 2016 il leader del mondo libero è stato un uomo nero. Barack Obama, eletto nel panico diffuso, nel corso di due mandati è emerso come una forza altamente stabilizzante. Lui, la sua famiglia e la sua amministrazione sono stati l'immagine della facilità con la quale i neri hanno potuto integrarsi nella tradizione della cultura, della politica e del mito americano. Ma il potere simbolico di quel buon governo ha fatto paura al suprematismo bianco e ai suoi sostenitori, ed è stata quella paura a conferire a Donald Trump un potere sufficiente a garantirgli l'elezione. Ta-Nehisi Coates firma otto saggi potenti, uno per ogni anno della presidenza di Obama, che è stato anche il diretto responsabile dell'affermazione di voci, idee e movimenti nuovi e dell'ascesa di una schiera di scrittori e giornalisti neri, Coates compreso, che hanno trovato nella sua presidenza suolo fertile per manifestare e far crescere il loro talento.

“Elegia americana”, J.D. Vance (Garzanti, 2017)

“Il libro che ha rivelato al mondo l'anima profonda dell'America”. I nonni di J.D. Vance – attualmente in corsa come vice per la presidenza di Trump –  sono sporchi, poveri e innamorati quando emigrano giovanissimi dalle regioni dei monti Appalachi verso l’Ohio nella speranza di una vita migliore. Ma quel sogno di benessere e riscatto è solo sfiorato, perché prima di diventare uomo il loro nipote lotterà a lungo con la miseria e la violenza domestica: una madre tossicodipendente, patrigni nullafacenti che si susseguono uno dopo l’altro, vicini di casa alcolisti capaci solamente di sopravvivere con i sussidi e lamentarsi del governo, in una regione in cui i tassi di disoccupazione sono sempre più alti e l’abbandono scolastico è alle stelle. Eppure quella che J.D. Vance racconta senza indulgenza ma con un amorevole orgoglio di appartenenza non è l’eccezione ma è la storia, in filigrana, di un Paese intero, di quel proletariato bianco degli Stati Uniti che nelle recenti elezioni presidenziali ha espresso la sua frustrazione portando alla vittoria Donald Trump. “Elegia americana” racconta un’America silenziosa e dà voce a quella classe operaia dei bianchi degli Stati Uniti più profondi che un tempo riempiva le chiese, coltivava le terre e faceva funzionare le industrie.

“Triste America. Il vero volto degli Stati Uniti”, Michel Floquet (Neri Pozza, 2016)

L’America riempie il nostro immaginario come nessun altro paese. Non vi è giorno in cui, in Europa e in altri luoghi del mondo, non venga celebrata la più grande democrazia del mondo, il paese della libertà dove tutto è possibile, la terra di principi dove tutti sono uguali davanti alla legge. Ma le cose stanno davvero così oggi? Michel Floquet ha attraversato in lungo e in largo gli Stati Uniti d’America e, armato di fonti, testimonianze, documenti, ha scritto un libro che è il ritratto di un paese sull’orlo del disastro. I più ricchi, negli Stati Uniti, non sono l’1 ma lo 0,1 per cento della popolazione. Ogni giorno, nella vita quotidiana del paese, manca un milione e mezzo di uomini neri. Sono in prigione o morti prematuramente, per lo più per omicidio. In America, un adulto su cento si trova in carcere. Un prigioniero su quattro, nel mondo, è americano. Vi sono undicimila morti in media all’anno per colpi di arma da fuoco. Circa novantamila feriti. Il tasso di abbandono scolastico supera il 50 per cento. Alla fine del ciclo scolastico, appena il 40 per cento degli allievi raggiunge il livello sufficiente per passare all’insegnamento superiore, col risultato che il paese è costretto a importare cervelli dall’estero. Ogni anno il governo americano, che non fa nulla per i più indigenti, lasciati alle benevole cure della carità defiscalizzata, spende la metà del budget del paese in campagne militari fallimentari. Viaggiando nel cuore dell’America più profonda, Floquet ritrae un paese che ha perduto la sua potenza creatrice… un impero in avaria, che inciampa sui suoi vecchi demoni, incapace di reinventarsi.

“Infinite Jest”, David Foster Wallace (Einaudi, 2016)

“Può darsi che vi giunga nuova, ma nella vita c’è di più che starsene seduti a stabilire contatti”. In un futuro non troppo remoto in America – e che somiglia in modo preoccupante al nostro presente – la merce, l’intrattenimento e la pubblicità hanno ormai occupato anche gli interstizi della vita quotidiana. Le droghe sono diffuse ovunque, come una panacea alla noia e alla disperazione. Finché sulla scena irrompe un misterioso film, Infinite Jest, così appassionante e ipnotico da cancellare in un istante ogni desiderio se non quello di guardarne le immagini all’infinito, fino alla morte. Nella caccia che si scatena attorno a questa che è la droga perfetta finiscono coinvolti i residenti di una casa di recupero per tossicodipendenti e gli studenti di un’Accademia del Tennis; e ancora imbroglioni, travestiti, artisti falliti, giocatori di football professionistico, medici, bibliofili, studiosi di cinema, cospiratori.

“La Q di Qomplotto”, Wu Ming 1 (Edizioni Alegre, 2021)

È l'autunno 2017 quando sul forum 4chan, noto ritrovo di estrema destra, appare l'annuncio di un imminente arresto di Hillary Clinton. L'anonimo autore si spaccia per insider del governo federale e si firma, semplicemente, “Q”. Q pubblica altri messaggi, intorno ai quali si forma una comunità. Presto «QAnon» diventa il nome di un fenomeno più vasto, un culto di massa che cresce sui social network e fa migliaia, milioni di proseliti negli Usa e in altri paesi. Chi si converte a QAnon scopre una tremenda verità: il mondo è controllato da una società segreta di satanisti pedofili e bevitori di sangue, la «Cabal». Hillary ne fa parte, e con lei George Soros e Tom Hanks. Ma c'è anche una buona novella: un eroe combatte i mostri e ha un piano infallibile. Quell'eroe è Donald Trump. Nel 2020 grazie all'emergenza pandemia QAnon si espande in modo tumultuoso e sembra avere un lungo avvenire, ma a novembre la sconfitta di Trump lo mette in crisi. Durante l'assalto al Campidoglio, il 6 gennaio 2021, sventolano bandiere e cartelli con la Q, e sembra una prova di forza, la scintilla che accenderà la guerra civile... Invece è un fuoco fatuo. Eppure qualcosa è cambiato. Comincia una nuova fase. Tenendo insieme reportage e dialogo filosofico, analisi critica e racconto onirico, autobiografia e pastiche letterario, Wu Ming 1 racconta la parabola di QAnon.

“Divisi”, Mattia Diletti (Treccani, 2024)

Come siamo arrivati fino a qui? Perché l’America è divenuta un luogo di conflitti così accesi e permanenti da far temere una guerra civile? La violenza estrema di questi ultimi anni – culminata nell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 e nel tentato omicidio di Donald Trump durante il suo comizio in Pennsylvania del 14 luglio 2024 – non è che la punta dell’iceberg. A monte ci sono trent’anni di “polarizzazioni americane”: vinta la guerra fredda, gli Stati Uniti sono a poco a poco scivolati in una condizione di scontro costante, in cui blocchi opposti combattono su aborto, tasse, sanità, istruzione, immigrazione, armi e diritti delle minoranze. Analizzando radici e caratteristiche di tale conflittualità, il libro intende poi verificare quali di esse trovano linfa in vicende tutte americane e quali interrogano anche le società e le democrazie europee. In tal senso, è anche un viaggio dentro di noi, “americani di riflesso”.

“Le nostre verità”, Kamala Harris (La nave di Teseo, 2024)

La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris, figlia di due attivisti per i diritti civili immigrati in America, è cresciuta a Oakland, California, in una realtà molto attenta alla giustizia sociale. Mentre si affermava come uno dei leader politici più influenti del nostro tempo, la sua storia personale restava la fonte di ispirazione per affrontare problemi complessi prendendosi cura di chi non aveva mai ricevuto attenzione. Nel libro, Harris affronta le sfide del nostro tempo: attingendo agli insegnamenti e alle intuizioni conquistate durante la sua carriera, grazie all’esempio di coloro che l’hanno maggiormente ispirata, racconta la sua visione, un impegno quotidiano fondato sulla difesa di obiettivi e valori condivisi.