Roma, 4 novembre 2024 – Piccoli e Grandi elettori. Ovvero i cittadini statunitensi, chiamati ad esprimere il loro voto per la corsa alla Casa Bianca, e i delegati dei 50 Stati Usa – più quelli del distretto di Washington D.C. -, che saranno eletti direttamente dal corpo elettorale e poi formalmente designeranno il 47esimo presidente della storia americana. Andiamo con ordine per capire il tecnicismo della democrazia (indiretta) d’Oltreoceano.
La soglia
Qui gli aventi diritto di voto, su una popolazione complessiva di oltre 331 milioni di abitanti, barrano sulla scheda elettorale, nei seggi, con l’early voting oppure per posta, uno dei candidati in lizza, Donald Trump, in corsa per i Repubblicani, Kamala Harris (Democratici) o uno degli indipendenti. In realtà, gli elettori votano un pacchetto di candidati a sostegno di ciascun big in gara. Per capirsi, si tratta di una sorta di listino bloccato. Ogni Stato elegge così, a maggioranza semplice, dei delegati, i cosiddetti Grandi elettori, il cui numero varia in base alla dimensione e a residenti di quel territorio. Questo significa che il dato è variabile, non fisso. Per vincere uno dei candidati alla Casa Bianca deve ricevere l’appoggio di almeno 270 Grandi elettori su 538.
Big e piccoli Stati
La California e il Texas sono gli Stati americani con il maggior numero di delegati in palio, rispettivamente 54 e 40. Di contro Alaska, Washington D.C, Delaware, North Dakota, South Dakota, Vermont e Wyoming si fermano a quota 3. Va da sé che, in un sistema come quello a stelle e strisce basato sui Grandi elettori, non sempre chi ottiene più voti su scala federale si aggiudica la competizione elettorale.
Gli Stati in bilico
Come in ogni elezione statunitense, per la vittoria saranno decisivi gli Swing States. Si tratta di Stati in bilico che non possono essere considerati né roccaforti dei Repubblicani, né dei Democratici. Questi Stati contesi cambiano nel tempo in ragione dei mutamenti demografici, economici, culturali e sociali. Nel 2024, i riflettori dei media sono tutti accesi su sette territori: Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, Carolina del Nord, Pennsylvania e Wisconsin. Sono Stati che si portano in dote 93 Grandi elettori sui 270 utili per vincere, un terzo della posta necessaria.
Cosa succede a dicembre e gennaio
Chiuse le urne, il 17 dicembre i delegati eletti di ciascun Stato si riuniranno nel loro territorio ed esprimeranno la loro preferenza – per il candidato con il quale si sono presentati -, una formalità. Per esempio, se Harris, come probabile, vincerà in California, i 54 Grandi elettori della West Coast si esprimeranno a suo favore. ll conteggio complessivo dei delegati avverrà, invece, al Congresso Usa, il 6 gennaio 2025, durante una sessione congiunta. Due settimane più tardi, il 20 gennaio, si terrà l’Inauguration Day durante il quale si insedierà il 47esimo presidente americano.