Giovedì 21 Novembre 2024
Chiara Ottaviani
Elezioni USA

Vincerà Trump o la Harris? Nelle università americane tra attesa e voto a distanza

A tu per tu con gli studenti a stelle e strisce in vista dell’appuntamento del 5 novembre. Come si aggiorna e come esprimerà la propria preferenza chi soggiorna in riva all’Arno

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Donald Trump e Kamala Harris: la sfida delle presidenziali americane

Firenze, 30 ottobre 2024 – Il 5 novembre gli elettori americani sceglieranno il nuovo presidente degli Stati Uniti, tra Donald Trump e Kamala Harris. Abbiamo deciso allora di scoprire come stessero vivendo questo momento, tanto delicato quanto combattuto gli studenti Usa che vivono a Firenze. E per farlo siamo entrati nelle università per stranieri che frequentano.

Georgina Barnhill è una studentessa di sistemi alimentari, specializzata in comunicazioni pubbliche nata e cresciuta a New York City, a Manhattan. Rapita dal fascino della città Toscana sta trascorrendo un periodo di studi a Firenze, ma continua a seguire gli sviluppi delle sorti del suo paese. “Aifs Global Eduaction Center, con cui sto studiando all’estero, si è offerto di aiutare qualsiasi studente che voglia votare mentre è all’estero. Ottenere una scheda elettorale per corrispondenza e lavorare con Mari Moseng Knutsen per stamparla e farla arrivare al consolato in tempo per votare. Tramite i social media i giornali online, i dibattiti e le convention su YouTube mi mantengo costantemente informata. Penso che queste elezioni presidenziali siano l’evento politico più importante in questo momento, quindi cerco di istruirmi il più possibile e condividere informazioni con gli altri, nella speranza di ispirarli a votare”.

Anna Woods è una studentessa di giornalismo di Boston ed il suo amore per l’arte e la cultura l’ha portata a voler scoprire Firenze, studiandone con occhio critico similitudini e differenze con il suo paese. “Come studente di giornalismo leggo il New York Times ogni mattina e ascolto NPR che apre il Wall Street Journal, non importa dove mi trovi nel mondo, per questo ho una conoscenza generale della politica americana. Questo è un momento molto importante per noi, del quale ci è difficile fare una previsione. Della politica italiana invece non so ancora molto, ma la vedo una città molto più conservatrice rispetto alle città americane. Mi piace il senso di comunità che si respira, l’accoglienza ed il calore dei cittadini, ma la gestione della politica da parte dei vertici del governo non mi rispecchia”.

Una visione critica di studenti che vivono la città come fiorentini anziché come turisti, amandone i pregi, e notandone le criticità. Anche Jake Ascher, come Georgina, voterà per le elezioni tramite una scheda elettorale per corrispondenza. “Non dico chi voterò, ma mi interessa molto la politica e mi tengo informato pur essendo in Italia. Seguo cosa sta facendo Biden nei mesi rimanenti del suo mandato e sono interessato alle prossime elezioni. Sto anche seguendo il coinvolgimento dell’America nel conflitto Israele-Hamas. Rispetto all’Italia trovo che le figure politiche negli Stati Uniti siano più note e che gli italiani abbiano una conoscenza migliore della politica statunitense rispetto agli americani della politica europea. Di Firenze amo molte cose - continua Jake -, è a grandezza d’uomo, ci sono bellissimi edifici storici, musei, chiese ovunque. Le passeggiate lungo l’Arno sono una meraviglia. Se potessi cambiare qualcosa, però, allargherei i marciapiedi ed amplierei l’aeroporto in modo che i voli siano più economici e frequenti. Infine i trasporti”.

“Con gli studenti della generazione Z non è facile parlare di politica - ha spiegato Marco Bracci insegnante di programmi Study Abroad statunitensi -. Nei miei corsi capita di affrontare tematiche con rilevanza politica, come la sostenibilità nell’industria alimentare, il concetto di nazione. Quando accade si attivano discussioni interessanti, sono giovani incerti ma con valori molto saldi. Non parliamo mai di candidati o di partiti ma riesco ad intuire quanto le elezioni della prossima settimana siano importanti e quanto percepiscano la loro rilevanza. Non solo per il loro Paese ma anche per l’Italia. Questa è una generazione non politicizzata ma che è consapevole di quanto la politica e le scelte in sede di cabina elettorale possano influenzare il loro futuro”.