New York, 31 ottobre 2024 I sondaggi nazionali, se uno sa cosa guardare, sono importanti come quelli dei singoli Stati per capire quale direzione stiano prendendo le elezioni presidenziali americane. Per cercare di stabilire chi sia in vantaggio tra Donald Trump, il candidato repubblicano, e Kamala Harris, la rappresentate dei democratici, infatti, sono decisive tutte le rilevazioni: se vengono superate alcune soglie, a seconda di quale campo si guarda, la strada per la vittoria si complica o si spiana.
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I dati nazionali
Secondo la supermedia elaborata da Nate Silver, considerato il guru dei sondaggisti Usa, Kamala Harris nei sondaggi nazionali (quindi condotti su un campione rappresentativo di tutti gli Stati Uniti) è in vantaggio con il 48,7% delle preferenze rispetto a Donald Trump, che invece si ferma al 47,5%. Tradizionalmente il voto popolare favorisce i candidati democratici e per questo non viene ritenuto interessante. Ma non è affatto così. Nell’ultimo mese, in questo tipo di rilevazioni, il candidato repubblicano ha guadagnato molto terreno, rosicchiando 2,1 punti percentuali all’attuale vicepresidente. Per un candidato dell’asinello è fondamentale avere un netto vantaggio in questo tipo di rilevazioni. Biden nel 2020, per fare un raffronto, era avanti di circa otto punti a livello nazionale. È vero che le elezioni Usa si vincono nei singoli Stati (ognuno di loro attribuisce un certo numero di elettori e vince chi ne ottiene più di 270), ma la perdita di terreno di Harris a livello federale è stata interpretata dalla stragrande maggioranza degli analisti come un pessimo segnale per le possibilità della candidata dem di vincere il Collegio elettorale.
I singoli Stati
Non tutti gli Stati, per determinare l’elezione del presidente americano, hanno la stessa importanza. A decidere chi sarà il prossimo inquilino della Casa Bianca saranno (come sempre) i cosiddetti Swing States, gli Stati in bilico. Sono quelli dove pochi voti possono decretare la vittoria di uno dei due candidati. Secondo i sondaggisti, quest’anno gli Swing states sono sette: Arizona, Georgia, Michighan, Nevada, Carolina del Nord, Pennsylvania e Wisconsin. Di questi, il più decisivo è considerato la Pennsylvania. Senza Filadelfia e dintorni, per Kamala Harris la vittoria è considerata proibitiva. Ma cosa dicono i sondaggi, secondo la supermedia di Nate Silver?
Arizona: Trump 49,3%-Harris 47,3%
Georgia: Trump 49%-Harris 47,6%
Michigan: Harris 48,2%-Trump 47,6%
Nevada: Harris 47,9%-Trump 47,9%
Carolina del Nord: Trump 48,8%-Harris 47,6%
Pennsylvania: Trump 48,3%-Harris 47,9%
Wisconsin: Harris 48,4%-Trump 48%
Le proiezioni
Fin qui i sondaggi, ma cosa dicono gli analisti riguardo le concrete possibilità di vincere dei due candidati? La verità è che sarà un testa a testa serratissimo e che i piccoli vantaggi percentuali impediscono perfino di dire se ci sia un netto favorito a pochi giorni dal voto. Secondo il modello elaborato dal Nate Silver, al 28 ottobre Donald Trump aveva il 55% delle possibilità di vincere le presidenziali, mentre Kamala Harris veleggiava attorno al 44,6%. Il tycoon, secondo i calcoli, dovrebbe vincere per appena due voti, assicurandosi 271 grandi elettori. Stime leggermente differenti per le proiezioni dell’Economist: il candidato repubblicano ha il 56% di possibilità di trionfare, contro il 44% della rappresentante dei democratici. Il trend, in questo momento è favorevole al tycoon: il 19 ottobre ha sorpassato Harris e guadagnato su di lei 5 punti. Per quanto riguarda i singoli Stati, la candidata democratica è in vantaggio solo in Michigan.