Giovedì 21 Novembre 2024
LUCA BOLOGNINI
Elezioni USA

Elezioni Usa 2020, perché può vincere Joe Biden

Favorito nei sondaggi, sta spendendo dieci volte di più rispetto a Trump nei messaggi pubblicitari. E gli over 65 bianchi potrebbero votare per lui

Il candidato democratico Joe Biden indossa la mascherina (Ansa)

Il candidato democratico Joe Biden indossa la mascherina (Ansa)

New York, 3 novembre 2020. Joe Biden, il candidato democratico, è il favorito nella corsa alla Casa Bianca nelle elezioni Usa 2020. Ci sono almeno cinque motivi per cui l'ex vice di Obama dovrebbe spuntarla nella sfida contro Donald Trump. Dai sondaggi, che lo danno in testa, alla cassa – ancora strapiena – per la campagna elettorale, vediamo perché l'attuale presidente rischia di fermarsi al primo mandato.

I sondaggi

Secondo le simulazioni degli analisti, Uncle Joe dovrebbe incassare la vittoria. Anche nel 2016 Hillary Cliton era la favorita, ma Donald Trump stupì tutto il mondo e riuscì a battere la candidata democratica. In questi quattro anni gli strumenti analitici sono stati affinati per non ripetere gli errori del passato. Secondo Nate Silver, il guru dei sondaggisti Usa, su 40.000 simulazioni di voto, Biden ne porta a casa 87 ogni 100, mentre Trump risulta vincitore solo in 13 scenari ogni 100. Nei sondaggi nazionali, il candidato democratico è avanti e anche a livello statale, spesso i vantaggi sono significativi. Georgia, Iowa, Ohio e Texas – tradizionalmente repubblicani – quest'anno potrebbero passare ai democratici.

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I fondi

In settembre Joe Biden ha raccolto la bellezza di 383 milioni di dollari. All'inizio di ottobre aveva ancora in cassa 432 milioni di dollari per comprare spazi pubblicitari o organizzare altri eventi elettorali. Un'enormità. Tanto per capirci, Trump ha raccolto appena 248 milioni e ha iniziato la campagna di ottobre con appena 251 milioni di fondi. Il grande vantaggio di Biden si tramuta nel dominio delle frequenze radiotelevisive. In media il candidato democratico sta spendendo 10 volte di più rispetto al suo avversario, assicurandosi una presenza costante e non lasciando spazio a Trump.

Il virus

Inutile negarlo, il Covid-19 giocherà un ruolo fondamentale anche nelle urne. Gli elettori sceglieranno chi reputano più efficace nel fermare la pandemia che negli Usa ha fatto registrare oltre 8 milioni di contagi e oltre 218mila morti. Più volte Trump ha detto che non c'era nulla da temere dal Coronavirus, eppure Bob Woodward ha rivelato che il tycoon in realtà fosse preoccupato dall'epidemia. Come se non bastasse, il tycoon si è ammalato e non è ancora ben chiaro come e quando abbia scoperto di essere positivo, potenzialmente mettendo a rischio altre persone. E se altri leader politici infettati hanno visto il consenso attorno a loro crescere, così non è stato per il tycoon, Anzi, il 54% degli americani ritiene che il presidente abbia gestito male la pandemia. Biden, al contrario, ha fatto della mascherina un simbolo elettorale (la indossa ovunque, anche quando non sarebbe necessario) e molte delle sue pubblicità sono incentrate su come gestirebbe il virus se fosse presidente.

Gli anziani

Gli over 65 bianchi sono tra le categorie di elettori più affidabili, nel senso che la loro affluenza alle urne è sempre molto alta. Da oltre vent'anni votano repubblicano e nel 2016 si sono schierati con Trump (in questo segmento il tycoon ha vinto con un margine di oltre sette punti nei confronti di Hillary Clinton). Quest'anno potrebbero premiare i democratici. Il Covid-19 per gli anziani è una preoccupazione molto più diffusa che negli altri gruppi demografici, perché la letalità del virus aumenta con l'età. E molti over 65 ritengono che il presidente abbia fatto ben poco per contenere l'epidemia.

L'economia

Trump ha puntato tutto sulla rinascita economica degli Usa. Prima della pandemia, il motore dell'America sembrava tornato a girare. Nonostante Trump avesse predetto una crescita del 4% all'anno, gli americani si sono dovuti accontentare di un più modesto 2,5%. Poi è arrivato il virus, che ha causato una contrazione storica. Il tasso di disoccupazione è tornato a salire e i tagli ai sussidi hanno messo i meno abbienti in difficoltà ancora più grandi. E le scelte protezionistiche (la guerra dei dazi con la Cina) alla fine si sono rivelate svantaggiose: nel manifatturiero sono stati più i posti di lavoro persi rispetto a quelli creati.

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