Giovedì 31 Ottobre 2024
Giulia Prosperetti
Elezioni USA

Elezioni Usa 2024, gli italoamericani: “Votavano i Democratici. Da Reagan l’inversione”

Robert Allegrini (Niaf): quando un gruppo sta meglio si preoccupa delle tasse. “Harris vuole abolire il Columbus Day, Trump sa quanto conti per noi”

Washington, 31 ottobre 2024 – “Penso che l’Italia sia sottovalutata come alleato. I media americani citano sempre solo Gran Bretagna, Francia e Germania. Vorrei che il futuro presidente degli Stati Uniti riconoscesse che l’Italia è l’alleato americano più fedele e importante in Europa”. Questo, in vista delle imminenti elezioni, l’appello lanciato da Robert Allegrini, presidente della National Italian American Foundation (Niaf), dall’Omni Shoreham Hotel di Washington dove, lo scorso 26 ottobre, l’organizzazione no profit fondata nel 1975 ha celebrato il suo 49esimo Anniversary Gala. Un evento bipartisan che ha visto i video interventi di Joe Biden e Donald Trump.

ALLEGRINI
Robert Allegrini, presidente della National Italian American Foundation (Niaf)
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Che peso politico hanno gli italoamericani negli Usa?

“Sono circa 17-20 milioni, rappresentati al Congresso da quasi 40 membri. Gli ultimi tre speaker della Camera, la terza carica dello Stato, sono italoamericani: Nancy Pelosi, grande amica della Niaf; Kevin McCarthy, ha il nome irlandese ma ha il nonno che viene dal Molise; e l’attuale Mike Johnson, dal nome americanissimo ma con una famiglia da parte materna tutta siciliana”.

A livello politico qual è la posizione della Niaf?

“È ufficialmente neutrale. Abbiamo sostenitori di entrambi i partiti: lavoriamo con tutti i politici, da Nancy Pelosi a sinistra a Mike Pompeo a destra. L’importante è che siano italoamericani patriottici, che amino l’Italia e che siano disponibili a collaborare con noi”.

Il voto della comunità italo americana com’è orientato?

“I sondaggi mostrano una leggera preferenza per il Partito Repubblicano. Più del 40% si definisce repubblicano, oltre il 30% si dicono democratici mentre la restante parte è indipendente”.

In origine il voto italoamericano era orientato in prevalenza verso il Partito Democratico.

“Quando un gruppo etnico migliora la propria condizione, i suoi componenti iniziano a preoccuparsi delle aliquote fiscali e tendono a diventare repubblicani. L’inizio democratico degli italiani in questo Paese è parte della grande coalizione democratica di Franklin Roosevelt. Credo che a partire dall’era Reagan ci sia stata un’inversione di tendenza”.

Il cambio in corsa del candidato democratico da Biden a Harris inciderà sul voto degli italoamericani?

“Penso che Biden sia probabilmente riconducibile a un più ampio segmento degli italoamericani rispetto a Kamala Harris. Questo è dovuto al suo background: è cresciuto in un quartiere italiano. Giorni fa alla Casa Bianca ha detto che nel suo vicinato era l’unico il cui nome non finiva con una vocale. Lo scorso anno Biden è stato ospite al Gala Niaf, la signora Biden è la prima first lady di origine italiana”.

Nella campagna elettorale ci sono stati dei messaggi rivolti esplicitamente alla comunità italoamericana?

“Un tema è l’abolizione del ‘Columbus Day’ (foto in alto). Trump, sapendo l’importanza che riveste per gli italoamericani, si è mostrato favorevole a mantenere la figura di Cristoforo Colombo. Harris, invece, ha pubblicamente detto che dovrebbe essere trasformato nell’‘Indigenous Peoples Day’”.

Il risultato delle elezioni che impatto avrà sull’Italia?

“L’Italia ha rapporti diplomatici eccellenti con gli Stati Uniti, la diplomazia ha fatto un ottimo lavoro su entrambi i fronti. Non penso che l’Italia debba preoccuparsi dei possibili scenari post elettorali. Con l’Italia gli Usa hanno una rapporto privilegiato e questo non cambierà a prescindere da chi vincerà le elezioni. Dopo la Brexit l’Italia è diventata l’alleato più fedele, più rispettato in Europa”.