Washington - Sapremo la notte stessa, quella del 3 novembre, il vincitore delle elezioni Usa 2020? Purtroppo, molto probabilmente non sarà così. Dopo la chiusura dei seggi (che hanno orari diversi per ogni Stato americano) potrebbero volerci ore, giorni o addirittura settimane per scoprire chi tra Joe Biden e Donald Trump ha vinto. Diversi milioni di elettori americani stanno, infatti, votando per posta a causa dell'emergenza Coronavirus e questo significa che è altamente probabile - spiegano gli esperti di politica statunitense - che si verificheranno ritardi nello scrutinio del complesso delle schede.
FOCUS /, quando si saprà il risultato (e il vincitore)
Quando chiudono i seggi
I seggi chiudono per legge alle 9 pm della East Coast (ora americana), le 2 di notte del 4 novembre in Italia. Man mano che passa il tempo si conteggiano i voti parziali per ogni Stato. Nel 2016, la vittoria di Donald Trump, in modo piuttosto rocambolesco e clamoroso, venne ufficializzata dopo l'esito del Wisconsin alle 2,30 am (ora americana), le 8,30 del giorno seguente in Italia. Per il risultato finale e ufficiale, comunque, ci è voluto più di un mese.
Per capire il rischio di un esito ritardato, in caso di sfida voto a voto e quindi decisa in extremis, basti pensare che la California - per fare un esempio - ritiene valide le schede elettorali giunte per posta anche settimane dopo il 3 novembre, purché inviate entro il giorno delle elezioni. La deadline è il 17 novembre in California, il 18 novembre in Illinois, il 23 novembre nello Stato di Washington. Il Wisconsin e la Pennsylvania, famosi campi di battaglia elettorali, hanno leggi che vietano l'elaborazione delle schede per corrispondenza (una pratica molto più laboriosa rispetto al voto di persona) fino al giorno delle elezioni, imponendo così che lo scrutinio si estenda ben oltre la notte del 3 novembre.
L'incognita voto per posta
Al 30 novembre, hanno già espresso la propria preferenza per posta oltre 50 milioni di americani, sugli 80 milioni che hanno già votato in tutti gli Stati Uniti d'America. Alcuni Stati saranno più veloci nel conteggio delle schede postali, altri molto più lenti: questo rappresenta una vera incognita sul voto, ma alcuni Stati potrebbero dare l'idea di come andrà a finire. Florida, North Carolina, Arizona (tre dei sei Stati in bilico) dovrebbero fornire i risultati entro la notte tra il 3 e il 4 novembre, perché hanno già compiuto i primi step per processare le schede postali. Se Joe Biden vincesse in uno Stato tra Florida e North Carolina (sono pari lui e Trump per i sondaggi), vorrebbe dire che il candidato dem avrebbe un vantaggio quasi insormontabile. Se invece Trump trionfasse in Florida, bisognerebbe aspettare forse 48 ore per sapere il nome del futuro presidente Usa.
Exit poll e proiezioni
I primi exit poll vengono solitamente diffusi alla mezzanotte italiana, quando in alcune zone i seggi sono già chiusi. Nel 2016 i primi dati parziali avevano visto Hillary Clinton in vantaggio di tre punti percentuali sul rivale repubblicano Donald Trump nello Stato chiave della Florida, in Pennsylvania e in Colorado. The Donald era davanti di appena un punto in Ohio e Iowa. Ma sappiamo tutti, poi, come è andata a finire. Il rischio è che gli exit poll non servano a orientarsi, perché in questa tornata elettorale sono tantissimi gli elettori che hanno scelto la posta come modalità di voto.
Quando si saprà il risultato: le ipotesi
Gli orari in cui si vota non sono come quelli per le elezioni italiani, con due giorni stabiliti e due fasce orarie fisse: ogni Stato Usa, appunto, dà la possibilità di recarsi al seggio oppure di votare per posta con tempistiche differenti e anche per questo non sarà rapido il conteggio. In Alabama, per esempio, si sta votando dal 9 settembre. Alcuni Stati come la Florida inizieranno a contare i voti per corrispondenza prima del giorno delle elezioni, ma la maggior parte degli Stati non inizierà a contarli fino alla chiusura delle urne. Solitamente, però, l'idea quasi definitiva di chi sarà il vincitore si ha nelle prime ore del giorno seguente. L'ultima volta che non si è saputo dopo qualche ora dalla chiusura delle urne il nuovo presidente americano è stato nel 2000, quando è stato necessario aspettare l'esito della Corte Suprema dopo giorni: George W. Bush superò Al Gore.