Martedì 30 Luglio 2024
GIOVANNI SERAFINI
Editoriale e Commento

Vanto e anima della città: quel fiume è la metafora del tempo che scorre

La Senna e i suoi ’quai’, dichiarati patrimonio mondiale dell’Unesco, sono sempre stati i testimoni della Storia di Parigi

L'imbarcazione della Grecia, prima nazione a sfilare sulla Senna

Una veduta della Senna durante la cerimonia di apertura delle olimpiadi (Damien Meyer, Afp)

“La Senna è fortunata / non ha neanche un pensiero/ se la spassa davvero / di notte e di giorno”... Cantata da Jacques Prevert, esaltata dagli impressionisti, adorata dagli scrittori, concupita dai politici che chissà perché vorrebbero tutti tuffarsi nelle sue acque, la Senna è l’anima e la custode di Parigi. Ha visto nascere l’antica Lutetia, ergersi sulle sue rive i monumenti che l’hanno resa celebre, Notre-Dame, il Louvre, i giardini delle Tuileries voluti da Caterina de’ Medici, la Tour Eiffel. Corre lungo 13 chilometri dividendo in due mondi opposti la città: la rive gauche degli intellettuali e la rive droite della borghesia e del potere.

“Sous le pont Mirabeau coule la Seine”, scriveva Apollinaire ricordando gli amori perduti. “La Senna è la prova che Dio è un grandissimo paesaggista”, disse Balzac. “È la metafora dello scorrere del tempo”, sintetizzò Flaubert. Per Simenon, che fece trottare Maigret meditabondo per chilometri lungo il fiume, “i bordi della Senna sono la vera faccia di Parigi”: nei suoi romanzi cita 34 volte il Pont Saint-Michel, 21 il Pont Neuf, 10 il Pont d’Austerlitz. Di ponti ce ne sono 37. Il più antico, assurdamente, è il Pont Neuf, il “ponte nuovo”, costruito nel Seicento, sotto il regno di Henri IV.

La Senna e i suoi ’quai’, dichiarati patrimonio mondiale dell’Unesco, sono sempre stati i testimoni della Storia. Hanno accolto principi e clochard. Hanno visto l’arrivo in barca dei Vichinghi, che dopo avere incendiato Rouen assediarono Parigi. Hanno assistito all’incoronazione di Napoleone a Notre-Dame. Hanno vissuto l’incubo dei bombardamenti e dell’occupazione nazista. Hanno festeggiato la regina Elisabetta, che appena salita al trono si concesse una mini-crociera nelle acque di Parigi. Hanno visto annegare l’attrice Patricia Viterbo, fidanzata di Johnny Hallyday: la sua MG infranse i parapetti e piombò nel fiume. La stessa sorte colpì Katoucha Niane, la prima top model nera, egeria di Yves-Saint-Laurent. Senza dimenticare la tragedia di Lady D., che andò a schiantarsi in auto nel tunnel dell’Alma, parallelo alla Senna.

Oggi cronache più sorridenti ci mostrano sportivi che nuotano sotto i riflettori della Tour Eiffel, avventurosamente preceduti dalla sindaca Hidalgo, unico leader politico ad aver mantenuto la promessa di tuffarsi nella Senna. Per la verità ci aveva provato anche Jacques Chirac: a 80 anni suonati si mise in costume da bagno e scese nell’acqua quasi gelida (era novembre). L’esperienza fu subito interrotta dalla Brigade Fluviale, che ripescò il presidente e lo restituì alla furibonda Bernadette, sua moglie, ormai sull’orlo della crisi di nervi.