Lunedì 22 Luglio 2024
Bianca Cocchi
Editoriale e Commento

Trump può inciampare

Dopo il ritiro di Biden e l'attentato, si confrontano due visioni diverse dell'America in vista delle elezioni. Kamala potrebbe essere una sfida, ma deve dimostrare leadership

Marcella Cocchi

Marcella Cocchi

Ora che la campagna elettorale a stelle e strisce si è rimessa in carreggiata dopo i tornanti dell’imprevedibile attentato a Trump e del prevedibile (ma tardivo) ritiro di Biden, val la pena riflettere sulle due Americhe che si sfideranno in novembre. Pur con i suoi tanti limiti, l’ormai ex candidato alla presidenza dem, Joe Biden, in extremis ha fatto prevalere il senso di responsabilità sul suo ego. America first davvero, come recita lo slogan che si sono intestati invece i repubblicani. La rinuncia è una scelta adeguata a una forza che si definisce, appunto, democratica. Opposta al mito dell’invincibilità dell’uomo solo al comando.

Trump è rimasto il più anziano candidato in corsa per la Casa Bianca nella storia Usa. Ha sfruttato, negando ogni responsabilità, l’assalto eversivo degli sciamani di Capitol Hill rimasti ancora fermi al conteggio "da rifare" sulle elezioni 2020. Ha sfoggiato inesistenti sensi di colpa per i suoi problemi con la giustizia ("persecuzione!") e cavalcato l’onda “Maga“ galvanizzata dopo la sparatoria. Di certo, The Donald non ha messo l’America davanti a sé. Ed è una differenza, questa, che distingue un politico vero da un tycoon abituato a far lievitare soprattutto i propri interessi. Trump crede di avere niente meno che "dio" al suo fianco; Kamala, che non ha brillato come vice di Biden, ha invece riconosciuto di doversi "guadagnare" la nomination. Può darsi che i giochi siano già fatti e che pochi dem (oltre alla finora debole Harris) vogliano mettere la faccia su una probabile sconfitta. Ma attenzione: i sondaggi si stanno riequilibrando, i finanziamenti stanno rientrando.

A Trump non basterà dare a Kamala della "ridanciana" e "pazza" afroasiatica per vincere. Rischia scivoloni con chi, essendo stata procuratrice generale, conosce bene le sue questioni processuali. Anche perché una "donna non ricattabile" (ricordate la saetta di Meloni a Berlusconi?) non potrà essere superata solo con battutine demodé. A patto però che lei cominci a dire qualcosa da leader. Per ora: leadership non pervenuta.