Roma, 16 ottobre 2024 – Spalletti sarà pure un tipo originale, con il suo eloquio fatto di pause e grovigli dialettici. Ma in materia di calcio ha una dote importante. Sa imparare dai propri errori. Dopo un Europeo agghiacciante e con la Nazionale in crisi di identità, ecco la rinascita in Nations League. Con una banda di giovani talenti e qualche illustre riabilitato dal ciclone scommesse (leggi Tonali e Fagioli) Spalletti ha rifondato l’Italia del pallone su basi nuove, facendola somigliare da vicino al suo Napoli da scudetto.
Bravo il ct a soppesare le scelte e a portare in azzurro giovani di qualità e smaniosi di vetrina da miscelare con veterani come Barella e Di Lorenzo. Brilla la stella di Retegui, scoperto da Mancini e pienamente valorizzato da Gasperini e dal ct. Il gol nel sangue e la garra argentina sono un plus prezioso per la Nazionale. Così come il carisma di Tonali, vero leader e uomo guida, la centralità di Ricci, perno del gioco, la verve di Frattesi , mago degli inserimenti.
Ma tutte queste buone individualità non bastano a fare una squadra, se non c’è un progetto di gioco. Diciamo che Spalletti ha trovato gli interpreti giusti e motivati per aggredire alto, costruire in velocità a un tocco e sorprendere gli avversari con il movimento corale di tutti, difensori compresi.
Su questa traccia di gioco all’olandese, debitamente aggiornato, sta nascendo un’Italia nuova. Un’onda giovane che fa bene a tutto il nostro calcio.