Mercoledì 26 Giugno 2024
LORENZO BIANCHI
Editoriale e Commento

Il precedente della Jugoslavia. Il resto è utopia

La richiesta del procuratore della Corte Penale Internazionale dell’Aja Karim Khan è un atto poco più che platonico

Netanyahu (a sx) e Sinwar (Ansa)

Netanyahu (a sx) e Sinwar (Ansa)

Applicare la giustizia a eventi della storia in corso è sempre un terno al lotto. La Corte Penale Internazionale dell’Aja vorrebbe farlo ora sulle crudeltà avvenute nella Striscia di Gaza sia da parte israeliana sia per mano di Hamas. Insomma una sorta di Norimberga contemporanea che ha già provocato la levata di scudi di Gerusalemme e del Movimento di Resistenza Islamica che nel suo statuto contempla un dominio dei palestinesi dal fiume Giordano al mare Mediterraneo, esattamente come i coloni israeliani estremisti che continuano a chiamare la Cisgiordania “Giudea e Samaria” i nomi biblici della terra degli ebrei.

Esplorando il passato più recente l’unico rilevante caso di successo è stato quello della guerra nella ex Jugoslavia che fu giudicato però da una corte, il Tribunale penale Internazionale dell’Aja, costituito ad hoc dalle Nazioni Unite. Dopo molti anni dai fatti oggetto della causa (e quando ormai non contavano più nulla) furono giudicati colpevoli di crimini di guerra i serbi Radovan Karadzic e il generale Ratko Mladic. Il presidente Slobodan Milosevic fu arrestato e morì in carcere. Karadzic e Mladic furono condannati rispettivamente a 40 anni di carcere e all’ergastolo. Anche il presidente russo Vladimir Putin assieme alla responsabile per l’infanzia della Federazione, in teoria, sarebbe ricercato dalla Cpi per “deportazione illegale di bambini” dalle zone occupate dell’Ucraina alla Federazione russa. Potrebbe essere arrestato se si spostasse in uno dei 124 Stati che hanno aderito alla Cpi, un errore imperdonabile che si guarda bene dal commettere. La Federazione Russa, Israele, gli Stati Uniti e la Cina non hanno mai sottoscritto l’atto di nascita della Cpi. La richiesta del procuratore della Corte Penale Internazionale dell’Aja Karim Khan è un atto poco più che platonico, l’inizio di una procedura senza limiti di tempo predefiniti perché venga accolta.