Martedì 19 Novembre 2024
DANIELE CERVINO
Editoriale e Commento

Nel cuore verde dell’Italia il potere è donna

La serie delle governatrici

Proietti, viva l'Umbria tornata in mano agli umbri

La neo-presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, al palazzo della Regione a Perugia (Ansa)

Perugia, 19 novembre 2024 – Nel 2000 in Umbria fu eletta la prima presidente della Regione. In questi 24 anni, si sono susseguite cinque legislature, sono cambiati gli equilibri politici, ma con una costante: il Cuore Verde ha sempre avuto al potere una donna. Un record in Italia, dove i governatori sono quasi tutti uomini. Da quella storica elezione di Maria Rita Lorenzetti con il simbolo dell’Ulivo alla vittoria di ieri di Stefania Proietti, la leadership femminile non si è mai interrotta. D’altronde, scriveva l’aviatrice Amelia Earhart, "le donne sono come una forza della natura, quando decidono di fare qualcosa, lo fanno". E lo ha fatto la sindaca di Assisi, già al timone della Provincia riuscendo nel miracolo francescano di replicare lo schema del campo largo inclusivo e di mettere tutti d’accordo, dal Pd ai Cinque Stelle, riportando al potere il centrosinistra. Il testa a testa con la leghista Donatella Tesei è stato soprattutto un duello tra due donne battagliere. Una sfida corretta, mai banale, basata su programmi e temi sentiti. La sanità è stato il cavallo vincente della Proietti (e quello che ha penalizzato la Tesei), brava a far dimenticare che proprio su uno scandalo legato alla sanità cadde l’Umbria rossa nel 2019. Liste d’attesa lunghe, carenze di medici, stipendi bassi. La neogovernatrice ha girato il territorio, con presìdi di fronte agli ospedali, sit-in, incontri con la gente. Ripetendo il successo del centrosinistra di giugno di Vittoria Ferdinandi a Perugia, strappata alla destra dopo dieci anni. Proietti ha dimostrato di essere donna di azione, che sa unire e costruire. Cattolica e green. Ha saputo imporsi anche nella Terni del sindaco Stefano Bandecchi. Personaggio imprevedibile e amante degli eccessi, il leader di Alternativa popolare non ha portato quei voti in più che si aspettava il centrodestra. La sua “prova muscolare“, mostrata sui social sollevando un’Apecar, non è riuscita. E anche lui si è dovuto arrendere alla forza delle donne.