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Donald Trump
Per dirla senza tanta diplomazia, Donald Trump ha inviato alla Conferenza di Monaco i suoi uomini (dal vice-presidente J. D. Vance al delegato per l’Ucraina e la Russia Keith Kellogg) per prendere a schiaffi l’Europa. Non è stato un bel vedere e, soprattutto, non è stato un bel sentire. E non certo per i modi e i toni da cowboy utilizzati dai rappresentati del Presidente Usa: "A Washington c’è un nuovo sceriffo in città", per capirci. Ma perché, pur con tutti i suoi limiti, vincoli e contraddizioni, l’Europa non merita un trattamento di tal fatta, che somiglia molto al tradimento, da parte dell’amministrazione Trump, di quell’atlantismo e di quella speciale relazione che l’ha tenuta unita all’America dal Dopoguerra a oggi nel nome dei valori e delle libertà dell’Occidente.
L’imposizione improvvida e punitiva di dazi reciprocamente distruttivi, la dichiarata volontà di escludere l’Unione europea dai negoziati per la pace in Ucraina, l’appoggio esplicito e ostentato a forze neonaziste e filoputiniane, come l’Afd tedesca, addirittura le "lezioni" di democrazia impartite brutalmente dal palco di Berlino, gli ultimatum sulle spese militari, fino al piano di pace per l’Ucraina, che equivale a un piano di resa a Putin: ebbene, se la musica americana ha questo spartito, bisogna chiamare gli eventi con il loro nome e attrezzarsi a reagire come si deve.
Il voltafaccia degli Usa di Trump all’Europa e all’Ucraina non può che imporre la necessità di evitare ulteriori divisioni delle leadership democratiche europee e, anzi, deve sollecitare un forte salto di qualità nella ricerca di un’unità di intenti e di azione dei governi e delle forze politiche liberal-democratiche del Vecchio Continente (anche a prescindere dalle collocazioni in maggioranza o all’opposizione negli Stati): e, in questo senso, un primo segnale sembra venire dal vertice d’emergenza convocato per domani a Parigi da Emmanuel Macron. Ma di certo da solo non basterà per scongiurare la profezia di Sir Ben Wallace, ex ministro della Difesa britannico: "Il tanfo dell’appeasement è tornato a Monaco di Baviera".