E se anche qualcuno tenterà di rubare sugli appalti, l’assegnazione delle Olimpiadi invernali 2026 all’Italia resta un’eccellente notizia. Lo dico naturalmente come provocazione – spero nessuno sostenga che sto istigando alla corruzione – ma è tale l’imbecillità dei professionisti del ’no’ a tutto (no alle Olimpiadi, no all’Expo, no a qualsiasi grande opera) che non si sa come rispondere se non con una provocazione.
Il ‘ragionamento’ di questi folli accecati dall’ideologia è sempre lo stesso: siccome ci sarà senz’altro qualcuno che cercherà di lucrarci su, è meglio evitare qualsiasi occasione di sviluppo. Per questa ossessione qualcuno ha bocciato l’Olimpiade estiva di Roma, e qualcun altro si è sfilato da questa invernale del 2026. Sfugge davvero la logica di un simil mettersi di traverso: invece di pensare di combattere l’illegalità intensificando i controlli, si preferisce rinunciare. È come se per evitare i furti di automobili si chiudessero la Fca, la Renault, la Opel, la Volkswagen e così via. Sembra incredibile, eppure ancora ieri mattina c’era, in Italia, chi faceva il tifo per Stoccolma.
Le Olimpiadi sono e saranno sempre una grande occasione (non dico certezza: dico occasione) di sviluppo, di benessere: e le occasioni vanno colte. È possibilissimo, anzi è praticamente certo che a Roma 1960 girarono mazzette e bustarelle: ma quelle Olimpiadi furono il primo grande momento di vero rilancio di un’Italia uscita esausta dalla guerra, furono l’inizio del nostro boom. E le Olimpiadi invernali del 2006 proiettarono in un futuro di bellezza una città, Torino, alle prese con lo smantellamento del suo core business, la Fiat. Lo stesso vale per l’Expo: è imbarazzante leggere ancora certi conti della serva sullo scarto fra investimenti e biglietti venduti.
L’Expo ha portato un indotto che ha aiutato Milano a essere una città veramente europea: talmente europea da convincere il Cio ad assegnarle le Olimpiadi. Festeggiamo dunque. In un periodo di crisi, Milano-Cortina 2026 porterà 22.000 posti di lavoro e 5 miliardi di indotto.
In un periodo in cui ci prendono a pesci in faccia, l’Italia ha rialzato la testa.