Immaginate una città senza inquinamento, con tanto verde, pulita, ordinata, senza povertà, senza disoccupati, con scuole eccellenti ed eccellente università, con una sanità impeccabile, ma senza negozi. Ogni prodotto o servizio viene recapitato a casa in tempi rapidi, con costi bassi: basta un’app per far soddisfare qualsiasi necessità. Il traffico è ridotto, anzi azzerato, i mezzi pubblici sono puntuali come orologi svizzeri e le aree pedonali occupano ormai la quasi totalità dell’area urbana. Sarebbe la città ideale? No. Senza negozi, senza esercizi commerciali, una simile città sarebbe spettrale. Sarebbe un incubo.
Perché i negozi, i bar, le tabaccherie, le edicole non “servono” solo a vendere prodotti e servizi. Sono indispensabili alla socialità. Sono luogo e occasione di incontro fra le persone, le loro vetrine dipingono le vie e le piazze, i loro titolari conoscono i clienti, nascono relazioni, incontri. Sono, spesso, un antidoto alla solitudine. Una città pur perfetta ma senza negozi sarebbe angosciante.
E ora immaginate una città senza il quotidiano locale. Le notizie circolerebbero – liberamente, oh sì – sui social. Ma gli abitanti sarebbero davvero a conoscenza di ciò che succede? Quand’ero vicedirettore de La Stampa, un giorno andai a trovare la redazione di Cuneo. Un collega mi disse: "Pensavamo di darti una notizia, e invece niente. Per giorni su Facebook circolava la storia che in una tal piazza si aggirava un tizio che ammazzava i cani con polpette avvelenate. Era scritto che avevano portato molti animali a fare l’autopsia al servizio veterinario e che c’erano denunce alla polizia municipale, e che al condominio al numero 11 di quella piazza c’erano molti proprietari di cani uccisi. Ma abbiamo mandato in giro i nostri cronisti e abbiamo scoperto che non c’è stata nessuna autopsia, né una sola denuncia, e che in quel condominio nessuno ha mai avuto un cane. E insomma non c’è notizia". E invece la notizia c’era ed era questa: che sui social si può inventare qualsiasi cosa, e se non ci sono cronisti che vanno a verificare le notizie, una comunità non è informata.
I commercianti e il giornale locale sono due anime di una città, ed è per questo che l’altro giorno, all’Ascom, abbiamo presentato un accordo per far leggere il Carlino, in digitale, in diversi esercizi di Bologna. Con le edicole – che non finiremo mai di ringraziare – i commercianti sono al nostro, e al vostro, fianco.