Roma, 5 luglio 2024 – L’idea che se il Rassemblement national raggiungesse la maggioranza assoluta (difficile) i rapporti con l’Italia migliorerebbero è tutta da dimostrare. Il rapporto Meloni-Le Pen sarebbe probabilmente più disteso di quello Meloni-Macron, ma gli interessi francesi sarebbero tutelati con energia ancora maggiore. Al tavolo di Bruxelles non esistono amici, ma solo coalizioni di interessi economici sui singoli temi. A Meloni sta bene che anche in Francia si sia rotto il tetto di cristallo, comunque vadano le cose. Ma non è da escludere che su alcuni temi l’Italia possa cadere dalla padella nella brace.
Detto questo, Meloni sta trasformando sempre di più Fratelli d’Italia in un partito conservatore di stampo europeo. Chi la conosce, non si meraviglia della durissima lettera con cui ha ricordato ai militanti che nel partito non c’è posto per nostalgici e razzisti. È auspicabile che le persone intercettate da Fanpage vengano espulse, anche se nel partito fanno osservare che il loro organismo di valutazione è indipendente e ha regole abbastanza rigide per garantire la democrazia interna. Ma la collocazione politica del presidente del Consiglio non è in discussione.
Più interessante sarà vedere l’evoluzione dei suoi rapporti con Matteo Salvini. Il capo della Lega è uno strenuo sostenitore di Le Pen, ma sembra avvicinarsi anche a quel gruppo di Paesi dell’Europa orientale (dall’Ungheria alla Repubblica ceca) che sono i meno lontani dalla Russia e ostili ad aiuti militari all’Ucraina. Finora la posizione di Salvini è stata ineccepibile: ha condiviso tutte le misure stabilite dal governo. Sarà sempre così? Salvini ha interesse a che il governo prosegua nella sua strada senza scosse ed è impensabile che ne metta in discussione la politica estera. Ma se Trump vincesse le elezioni, Meloni rischierebbe di trovarsi spiazzata proprio sul fronte ucraino. Strutturalmente, il presidente del Consiglio è repubblicano, ma visti gli eccellenti rapporti con Biden, non ci meraviglieremmo se – senza dirlo nemmeno a se stessa – sperasse in un’improbabile conferma del malfermo presidente uscente.
Le pulsioni di Salvini spostano FdI lentamente verso il centro, senza peraltro farlo entrare in competizione con Forza Italia. La competizione – sempre più forte – sarà invece con la sinistra, rinvigorita dalla rinascita in Francia del Fronte popolare. Giuseppe Conte, con la sua prossima collocazione nella sinistra europea, abbandonerà la tradizionale posizione dei Cinque Stelle (né a destra, né a sinistra) scegliendo l’unità frontista indispensabile per una vittoria elettorale. Come reagiranno gli elettori moderati di sinistra dinanzi al nuovo bipolarismo italiano sarà il grande interrogativo dei prossimi anni.